Palazzi & potere

Pd tra sinistra e borghesia

Carlo Cotticelli*

Alle ultime elezioni politiche il PD e i suoi alleati hanno ottenuto buoni risultati nelle zone centrali delle città e all’inverso sono crolllati nelle zone periferiche delle stesse o nei piccoli centri provinciali dove risiede la gran parte dell’elettorato.

Walter Tocci , assessore alla mobilità nella giunta Rutelli  , raccontava che da giovane consigliere comunale del  PCI  ogni volta che prendeva l’autobus per andare verso il centro pensava che metro dopo metro diminuivamo i consensi per i comunisti per poi aumentare quando faceva il percorso inverso per tornare sulla Tiburtina : ora accade l’esatto contrario .

Da sempre  una parte della borghesia italiana ha avuto l’ambizione di guidare i processi di emancipazione delle classi subalterne , basti pensare alle provenienze familiari di Togliatti, Berlinguer , Napolitano , Ingrao o Trentin ma essi erano portatori di pensieri che hanno fatto la storia della sinistra che hanno segnato lunghe stagioni che hanno portato effettivamente miglioramenti alle condizioni sociali dei ceti meno abbienti.

Ora invece da trenta anni a questa parte sembra invece che la borghesia abbia utilizzato i partiti della sinistra come mezzo per far fare carriera ai propri figli tanto da aver perso qualsiasi contatto con i bisogni e delle  necessità delle persone che vivono nelle periferie disagiate.

Alle battaglie per i diritti civili non hanno seguito le battaglie per le condizioni sociali e lavorative delle persone , tanto da essere accusati di essere radical chic ovvero occuparsi di problemi non sentiti dalle persone comuni  : una delle cause che hanno portato alla sconfitta di Hillary Clinton fu quella di aver definito come l’America peggiore ,il cittadino americano del MID WEST , colui che veste camice a quadrettini e stivali perennemente sporchi di fango  per le sue lamentele verso i democratici di occuparsi solo delle minoranze e non dell’uomo della strada .

Queste  accuse non sempre sono vere ma è innegabile che la selezione dei gruppi dirigenti democratici hanno privilegiato coloro che provenivano dai ceti più abbienti e la conseguenza è stato un distacco o una incapacità nel capire cosa bolliva nella pancia del popolo.

Oggi possiamo definire il partito democratico un grande partito radicale di massa senza quel trasporto emotivo e ideologico che Marco Pannella trasmetteva al suo esiguo elettorato ma capace di far diventare battaglie di massa il pensiero di un gruppo di pensatori .

Solo ripartendo  dalle periferie e dai luoghi di lavoro la sinistra può tornare ad essere popolare e non più solo essere considerata il partito delle zone ZTL.

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