Palazzi & potere

Renzi e l'"Effetto Aiazzone"

Il suo presenzialismo è controproducente. Attenzione, però: il presenzialismo dei suoi avversari non è meno fastidioso, anzi…

 

Anni fa, per un verso Luigi Crespi (applicando l’immagine alla comunicazione politica) e per altro verso esperti di marketing (riferendosi proprio a campagne pubblicitarie ossessive e ripetitive,  e quindi alla lunga controproducenti) coniarono l’efficacissima espressione “Effetto Aiazzone” (non dispiaccia al mobilificio).

 

Quale la tesi? C’è una soglia al di là del quale se parli-parli-parli, non ti ascoltano più. Diventi un disturbo di sottofondo. Non convinci: anzi, crei fastidio. Divieni simile, nella parlantina, a certi venditori televisivi degli anni ’80, o a quei venditori del Folletto che citofonavano in continuazione nelle nostre case inducendo coorti di mamme e nonne italiane a rispondere “Non apro, non mi serve niente…”.

 

Ecco, premesso che siamo davanti a una campagna referendaria imprevedibile, con tanto tempo davanti e tanti elettori incerti, per ora Renzi sembra avviato su quella strada. La sua ondata mediatica (tra Rai e Mediaset, è tutta una Tele-Renzi) per ora non sposta i sondaggi, che anzi registrano un ulteriore passetto avanti del No. 

 

Attenzione, però: il presenzialismo chiacchierone e urlato dei suoi avversari non è meno fastidioso. Anzi, se Renzi e i suoi (saggiamente, dal loro punto di vista, stanno almeno cercando di parlare del merito: ovviamente, lo fanno in modo fazioso e propagandistico, ma questo è scontato), il fronte del No si sta caratterizzando solo per un’aggressione personale verso Renzi. Esattamente ciò che per anni ha fatto la fortuna di Silvio Berlusconi, a parti invertite.

 

E il fatto che manchino ancora 50 giorni, e che le tv siano già sature di propaganda e battibecchi, può produrre il contrario di un incentivo alla partecipazione al voto (ciò di cui Renzi avrebbe bisogno): tanti, nauseati dalla televendita, potrebbero decidere di restarsene a casa a passare una domenica senza essere infastiditi da estranei, ambulanti e commessi viaggiatori.

 

Ps Fa impressione vedere che i giornali mainstream presentino come un boom di audience il fatto che 2 milioni di spettatori abbiano visto alcuni faccia a faccia televisivi; quelli tra Renzi e Zagrebelsky e tra Boschi e Salvini, ad esempio. Semmai, si tratta di una conferma: c’è un 6-7% di elettori che sono maniaci della politica, hanno già un’opinione e fanno tutte le sere il tifo per la loro squadra; tutti gli altri si occupano d’altro…Certo, poi, in un referendum senza quorum tutto ha un peso: ma il 4 dicembre occorrerà guardare anche il numero degli astenuti per capire (oltre il tifo).

 

 

Daniele Capezzone

Deputato Conservatori e Riformisti

d.capezzone@gmail.com

@capezzone