Renzi non vuole Davigo al Csm. E allora...
L' ex pm di Milano concorre per i vertici della Cassazione: entrerebbe di diritto in CSM. Il potere dem si muove
Siluro del vicepresidente del Csm Giovanni Legnini a Piercamillo Davigo, presidente di sezione della Cassazione ed ex pm di Mani Pulite. Legnini si è ben guardato dal fare il suo nome ma il riferimento è lampante: "In nessun Paese europeo è consentito passare con tanta facilità dai talk show o dalle prime pagine dei giornali a funzioni requirenti e giudicanti fino alla presidenza di collegi di merito e di Cassazione", ha detto ieri pomeriggio al congresso degli avvocati penalisti di Roma.
La bordata di Legnini, scrive il Fatto, ha molto a che vedere con il pressing dei magistrati di Autonomia e Indipendenza che vogliono Davigo, fondatore e leader della corrente nata dalla scissione di Magistratura Indipendente, candidato alle elezioni 2018 per il rinnovo del Consiglio: se dovesse accettare, prenderebbe una caterva di voti. Finora ha detto di non volersi candidare ma intanto ha presentato domande al Csm per nulla gradite ai vertici e a molti consiglieri, esattamente come la sua eventuale candidatura: una per concorrere alla presidenza della Cassazione e una per la Procura generale, sempre della Suprema Corte. Per inciso, se fosse nominato a una delle due cariche, andrebbe di diritto al Csm.