Palazzi & potere

RENZI, PD: L'ATTACCO AL SEGRETARIO PARTIRÀ DAI GRUPPI PARLAMENTARI

A settembre i giochi politici, come tutti dicono, torneranno a ad aprirsi. Sulla legge elettorale si riformeranno gli antichi schieramenti, con la novità di un centrodestra unito, sostanzialmente a difesa di un sistema tedesco che preveda soglie di sbarramento (non più elevate) e premio alla coalizione vincente, dinanzi a un centrosinistra diviso, con Renzi poco incline ad accogliere il ritorno al primato delle alleanze.

Dunque, scrive La Verità, lo scontro ancora una volta avrà il suo epicentro nel Partito democratico. Ma chi può mettere in discussione il controllo che sul partito esercita il leader del Nazareno? I numeri parlano chiaro: la maggioranza non si discosta dal modulo renziano, anzi ne preserva il fuoco, in modo sacro, come un’accolita di vestali. Improbabile un rovesciamento di equilibri, se non francamente impossibile. Tanto che Francesconi ed Orlando studiano le alternative, ben sapendo che nel partito rimangono minoranza, anche se uniti da un unico obiettivo, quello di archiviare l’epopea renziana.

E allora si riparte, come detto, dalla legge elettorale. Franceschini - che formalmente siede dentro la maggioranza Pd al fianco di Renzi - aprirà a un'alleanza organica con l'area di Orlando per chiedere che il Pd si pronunci, nei suoi organismi ufficiali (Direzione e Assemblea), sulla riforma “alla tedesca”. Il guaio è che, nel partito, le due aree sono sempre due minoranze, seppur consistenti: Orlando ha 24 voti, Franceschini 25 mentre Renzi conta su 80 voti, in Direzione.

Insomma, la manovra - che prenderebbe corpo dopo la probabile sconfitta Pd alle regionali in Sicilia a novembre - sarebbe destinata a sconfitta. Ecco perché franceschiniani e orlandiani, spaventati dalla scarsa generosità di posti che Renzi offrirebbe loro nelle future liste elettorali (venti ai primi, cinque ai secondi...) studiano la contromossa.

Una richiesta di voto, continua La Verità, dentro le due assemblee di gruppo di Camera e Senato, gruppi in cui i franceschiniani sono ben cento (70 deputati e trenta senatori) e quelli di Orlando ben 110 (80 deputati e 30 senatori) contro una cinquantina di renziani e altrettanti dell'area Martina. Numeri molto alti che porterebbero a una loro probabile vittoria e, ovviamente, a uno scontro mai visto prima.