Palazzi & potere
Renzi straperde e straparla: ha perso il contatto con la realtà
Anche Repubblica lo critica
Un’assemblea durata poche ore, forse troppo poche; un voto a favore del segretario in apparenza “bulgaro”, in realtà reso tale dai tanti assenti; la sensazione di un partito ferito e incerto. Un leader, Renzi, che ha in mano una sola carta da giocare, se ci riesce: le elezioni entro cinque-sei mesi al massimo, con una legge ancora tutta da definire e da approvare in Parlamento, scrive Stefano Folli su Repubblica.
Si potrebbe continuare, nella cronaca di una giornata non proprio trionfale per l’ex presidente del Consiglio.
È dentro questa cornice che la platea ha ascoltato una specie di autocritica che tale era solo in minima parte.
Se dunque si fa eccezione per lo stile del discorso, meno veemente del consueto, e per l’apertura a favore del Mattarellum — una mossa attesa e come previsto gradita alla minoranza — , non si può dire che ieri sia nato un altro Renzi. È il medesimo personaggio ben conosciuto, con i suoi pregi e i suoi difetti, con la sua energia vitale e le sue astuzie.
Semmai gli si può riconoscere un maggiore autocontrollo e un cambio di passo tattico di cui non tutti lo credevano capace. Ma la sua autocritica, a voler essere sintetici, si può riassumere così: ho sbagliato e ho perso, anzi “straperso”, perché non mi sono fatto capire dagli italiani. Ovvero: perché la comunicazione del governo era carente rispetto all’aggressiva campagna degli altri, il fronte eterogeneo del “No”. Per essere più precisi: abbiamo perso perché non abbiamo saputo usare il “web” e ci siamo arresi alle “bufale” diffuse via internet dagli avversari.
Non è tutta qui l’analisi renziana, ma nella sostanza non c’è molto di più. Si comprende allora, scrive Repubblica, che c’è molto da riflettere sulla sconfitta del 4 dicembre, sul perché il Sud e i giovani hanno detto no. Altro che “web”.