Palazzi & potere

ROMA, LA SOLITUDINE DI CALENDA (E DI VIRGINIA)

Marco Antonellis

PD e M5S vogliono un candidato sintesi del patto di governo

Glielo ha detto chiaramente anche Fabrizio Barca, l'uomo che Calenda vorrebbe con se in ticket per il futuro governo della capitale: "Una persona si candida ad Amministratore delegato di un'azienda: uno degli azionisti gli chiede con quali obiettivi, con quale pensiero, con quale squadra. Il candidato risponde proponendo all'azionista di fare un ticket. E' questa l'immagine che mi e' venuta in mente alla cortese risposta di Carlo Calenda alle simili domande del cittadino Barca. Il problema " e' dovuto al metodo con cui Carlo Calenda si propone. Perche' non basta la tecnica ma serve essere frutto di un "dialogo sociale" con il formicolio della cittadinanza attiva, del lavoro, dell'impresa". Insomma, serve dialogo e condivisione, e serve soprattutto un metodo diverso, non andare avanti a colpi di "imposizioni" e penultimatum come se qualcuno fosse l'"uomo della provvidenza". In poche parole, il rischio vero è che continuando di questo passo, Carlo Calenda (e Virginia Raggi) alla fine si ritroveranno a scalare il Campidoglio da soli. Perché buona parte del Pd non vuole Carlino Calenda (i vertici del Nazareno stanno tuttora lavorando per convincere David Sassoli, molto gradito anche agli ambienti del Quirinale). Ma anche una buona parte del M5S non vuole Virginia Raggi. Il tutto perché i generali di Pd e di M5S (Zingaretti e Di Maio su tutti; i rapporti tra i due non sono mai stati così buoni e fruttuosi come in questo momento) vogliono allargare ai territori l’alleanza di governo. E l’ex ministro e la sindaca di Roma rischiano di far saltare i piani.

Il candidato per il campidoglio potrebbe essere dunque il primo vero banco di prova per testare la volontà di Pd e M5S di costruire anche nelle città qualcosa di concreto. E lo sfogo privatissimo in queste ultime ore di Nicola Zingaretti va letto in questa chiave: "La prova di forza di Calenda rischia di far felici solo le destre". Nel Movimento l’aria non è diversa. La Raggi è sempre più isolata e sempre più consapevole che le resta solo la carta della corsa solitaria. Senza tra l’altro nemmeno l’appoggio di tutti i suoi attuali consiglieri. Roma insomma entra nel vivo ("ma i nomi veri dei candidati a sindaco usciranno solo a gennaio" rivelano i vertidi dem) e tutto lascia pensare che sarà sfida a quattro. Carlino e Virginia sono pronti. Pd-M5s da una parte e Fi-Lega-Fdi dall’altra cercano il Jolly.