Palazzi & potere
Tra moglie e marito...
Le ragioni profonde della doppia vittoria di Obama alla presidenza erano basate su alcuni pilastri chiave: il rinnovamento, il coinvolgimento al contempo spontaneo e strutturato di migliaia di giovani e l’utilizzo delle nuove tecnologie.
Non è un segreto che i social network e le nuove generazioni abbiano contribuito in maniera decisiva all'elezione del primo presidente afroamericano degli Stati Uniti: “hope” era il mantra della prima campagna Obama, speranza e cambiamento era quello che gli americani volevano.
Oggi la situazione è molto diversa, i due candidati democratici, entrambi profondi conoscitori della macchina del partito, sono su posizioni diversissime tra loro ma accomunate dal fatto di essere distanti dal presidente uscente.
Bernie Sanders, da un lato: innegabilmente anziano, ma voluto dai giovani, lontano dalla lobby, di fede ebraica, ma volato fino a Roma per incontrare il Santo Padre.
Hillary Clinton, dall’altro: capacissimo Segretario di Stato, sfidante di Obama, ha saputo riscrivere il suo ruolo di ex first Lady e, con ogni probabilitá, sara il candidato scelto.
Il programma di Hillary è un programma che, in sostanza, garantisce continuitá con le scelte della gestione Obama: attenzione alle nuove generazioni e alle disparità reddituali, piani di investimento in infrastrutture, scuole, sanità più accessibile, diritti civili e rispetto dell'ambiente.
Quello che è invece elemento di rottura è la figura di Hillary stessa, la sua evoluzione umana e politica di questi ultimi vent’anni: la composta moglie tradita, bersagliata dalla stampa per un tubino macchiato cosí celebre da cambiare per un lungo periodo la connotazione del termine “stagista”in tutto il mondo, ha dimostrato di essere il vero animale politico di una famiglia che e’ diventata un brand. Un brand discusso, spesso criticato per l’abbondante ricorso al sostegno delle lobby, un brand che è diventato una Fondazione potentissima e che ha trovato la sua consacrazione icastica nell’impeccabile matrimonio di Chelsea sulle rive dell’Hudson, nel 2010: niente tubini macchiati, ma un Vera Wang (láutore si e’ dovuto documentare,ndr), 12 damigelle, 3 milioni di dollari per l’allestimento. E un solo, unico patriarca: Hillary.
Andrea Chiappetta
Centro Studi Americani