Trump cambierà davvero il mondo del lavoro in America? O alla fine sarà come tutti gli altri?
È presto per dire come Trump cambierà il volto dell’America. Il mercato del lavoro è stato un argomento secondario della campagna elettorale e, per lo più, legato ad una promessa di crescita economica senza un piano di riforme. Si può immaginare che se Trump terrà fede ai principi della deregulation con una diminuzione delle tasse alle imprese, potrebbe effettivamente cambiare il mondo del lavoro americano in favore dei datori di lavoro. Resta da capire se una crescita incentrata su questi due capisaldi sarà organica e duratura o accentuerà la forbice sociale.
Quali ripercussioni potrebbero esserci, ad es, in Italia?
In Italia, l’export è da sempre un settore trainante per l’economia, si pensi alla componentistica automotive, alla manifattura tessile o all’industria agroalimentare. Sarà fondamentale continuare ad avere dei rapporti commerciali forti con l’America, tra i principali mercati di destinazione, ed evitare la politica isolazionista proposta da Trump durante le elezioni. D’altro canto, l’Italia dal 2015 sta assistendo ad una crescita del mercato del lavoro, come testimonia il nostro Osservatorio sul Mercato del Lavoro in Italia e anche nel primo semestre del 2016 si è registrata una crescita del 13% delle offerte di lavoro, dato fa ben sperare anche per la seconda metà dell’anno e per il 2017.
E per l'Europa a tuo avviso ci saranno novità, nuovi approcci e cambiamenti da parte delle aziende e delle istituzioni, mi riferisco in particolare alle multinazionali e alle istituzioni sovranazionali?
Sicuramente l’Europa nei prossimi anni dovrà continuare a collaborare con gli Stati Uniti per far sì che le multinazionali d’oltreoceano continuino gli investimenti negli stati membri del vecchio continente. Il rischio, anche in questo caso, è che l’isolazionismo e il ritorno dei capitali in America, come proposto dal neo presidente, facciano perdere investimenti e posti di lavoro nel medio lungo periodo.