Vitalizi a 5 Stelle; ora la pensione si potrà avere subito! Più di prima...
Legge anticasta o favore alla casta?
La proposta M5S pare fatta apposta per andare al voto anticipato (con tanto di pensione in tasca mentre col sistema attuale se la legislatura terminasse prima di settembre i parlamentari non beccherebbero un soldo) dato che abolisce il vincolo di 4 anni, 6 mesi e 1 giorno per maturare il diritto alla pensione.
Dal 1^ gennaio 2012 le pensioni per i parlamentari sono determinate con il metodo contributivo (calcolate sulla base dei soli contributi versati) e disciplinate, nonchè erogate, dalle rispettive Camere.
Per quanto riguarda il Senato, ma alla Camera dovrebbe essere lo stesso in ogni dettaglio, il regolamento che ne disciplina la gestione ricalca esattamente le condizioni riservata ai dipendenti pubblici, che non discostano di molto dai lavoratori dipendenti privati. In particolare si prevede che il conteggio venga effettuato sulla base di un versamento contributivo pari al 33% del reddito lordo di cui l'8,8% a carico del Senatore, ovvero trattenuti dall'indennità mensile (913 Euro mensili a fronte di una indennità lorda di € 10.385). Esattamente come avviene per le pensioni INPS il montante, rivalutato quindi in base all'inflazione annua fino alla data della pensione, costituisce la base per l'erogazione della pensione secondo coefficienti (legati alla speranza di vita) che sono analoghi a quelli considerati da INPS per i propri conteggi.
Unica sostanziale differenza tra quanto avviene per questa autonoma pensione gestita dall'amministrazione del Senato e le normali pensioni gestite dall'INPS per tutti i lavoratori dipendenti, sta nel diritto alla maturazione della pensione nonchè all'età in cui questo diritto scatta. Per il Senato sono 65 (a calare fino a 60 in base all'anzianità parlamentare) anni, ma solo se si sono versati 5 anni di contributi al Senato, per l'INPS un'età variabile che si aggira intorno ai 65 anni, ma solo se si ha una vita contributiva complessiva pari ad almeno 20 anni (entrambe le affermazioni sono delle semplificazioni corrette della realtà).
La proposta di modifica portata da M5S, sicuramente non applicabile in quanto lacunosa e necessitante di molte precisazioni, anche a carattere di norma, mira a far gestire le pensioni dei parlamentari direttamente dall'INPS, aprendo molte questioni tecnici tutte da risolvere, ma di fatto ottenendo il risultato di avere i medesimi versamenti attuali che restituiscono la medesima pensione all'incirca alla stessa età, ma con condizioni diverse per il diritto alla sua maturazione. In particolare, siccome è facile presumere che un parlamentare totalizzi all'età di 65/66 anni (è possibile il cumulo da differenti contribuzioni) almeno 20 anni di vita contributiva; nei fatti viene meno l'attuale vincolo di aver compiuto almeno 4 anni 6 mesi e un giorno di legislatura.
Si può ben dire, in aggiunta al fatto che il testo presentato è lacunoso e inapplicabile, che abbia come vero effetto dal punto di vista del parlamentare l'eliminazione del vincolo di durata della legislatura fino al 16 settembre 2017, garantendo dal momento dell'approvazione di tale proposta la futura pensione, calcolata in base al montante maturato.
A titolo esemplificativo la pensione, in base all'attuale età dei Senatori, qualora si compiesse l'intera legislatura (considerata come unica legislatura), sarà all'incirca di 1200-1300 Euro lorde per 12 mensilità da riscuotere a partire dai 65 anni di età.