Politica

Pd alta tensione, Bonaccini avverte Schlein: "Collaborazione se reciproca"

Diventa sempre più concreto il rischio che salti il progetto di una segreteria unitaria

Pd, Bonaccini ai suoi: collaborazione con Schlein se reciproca

È terminata la riunione fra il presidente Pd Stefano Bonaccini e i parlamentari che lo hanno sostenuto al congresso. In base a quanto si apprende, c'è stato il solo intervento di Bonaccini, che ha proposto di rinviare un eventuale dibattito a lunedì, quando si riunirà l'assemblea dei gruppi con la segretaria Elly Schlein per poter continuare fino ad allora a discutere con lei. È stata comunque ribadita la volontà di collaborazione con la segretaria, purché sia reciproca.

Pd: Bonaccini a Schlein, entro lunedì attendo tua proposta

"Prima di partire per qualche giorno in una missione in Texas che avevo fissato da mesi, ho pensato fosse giusto raccogliere questo appello e dirvi che, se lo ritenete utile, mi muoverei come la segretaria mi ha proposto ancora stamattina: proseguire nel confronto per capire come intenda comporre il quadro complessivo nelle prossime ore, auspicabilmente da qui a lunedì. La linea e i nuovi assetti nei gruppi e nella segreteria. Per questa ragione vi proporrei di procedere così: non aprirei un dibattito su un quadro che manca di troppi elementi e userei il tempo che ci separa a lunedì per andare a chiuderli, a vedere qual è la proposta complessiva che Elly fa". Lo ha detto il presidente del Pd Stefano Bonaccini nella riunione di oggi con i suoi.

Scontro nel Pd, area Bonaccini pronta alla conta sui capigruppo

Alta tensione nell'area Bonaccini. A ventiquattr'ore dalla riunione convocata dal leader della minoranza dem con i suoi, diventa sempre più concreto il rischio che salti il progetto di una segreteria unitaria. A far fibrillare l'area raccolta attorno al presidente del Pd è il nodo dei capigruppo. Elly Schlein, infatti, sembra volere andare avanti nello schema dei due capigruppo di maggioranza. "Lo schema rimane quello", riferisce una fonte parlamentare vicina alla segretaria dem. I nomi in campo, da questo punto di vista, sono sempre quelli di Francesco Boccia per il Senato e Chiara Braga per la Camera. Uno schema che non piace alla minoranza dem. Per questa ragione Bonaccini ha convocato un vertice con i suoi per domani. Inizialmente, la ratio della riunione consisteva nel fatto che per il presidente del partito è inaccettabile porre la questione nei termini di prendere o lasciare.

In altre parole, anche se l'opzione più auspicabile per Bonaccini rimane quella di un capogruppo di maggioranza e uno di minoranza, non si escludeva che il presidente potesse dare il via libera a due capigruppi indicati dalla segretaria, purchè a monte ci fosse una discussione, un confronto che portasse a una scelta concordata. Al momento, tuttavia, fonti parlamentari vicine al governatore spiegano che questo confronto e questo sforzo di arrivare a dei nomi condivisi non c'è stato. Se questo sarà l'atteggiamento che Bonaccini registrerà anche la prossima settimana, viene spiegato, sarà a rischio la segreteria unitaria: Bonaccini, in altre parole potrebbe non indicare nessuno per l'esecutivo dem, mantenendo così le mani libere rispetto a quei temi che non lo dovessero trovare in linea con il quartier generale Pd.

Non solo: non è da escludere nemmeno l'ipotesi della conta interna. Anche perchè, come sottolineano fonti parlamentari della minoranza, "se non ci sarà accordo sui capigruppo, siamo pronti alla conta, è normale votare e scegliere così i capigruppo con più consenso, non sarebbe un dramma né una novità. Si è già votato in passato per eleggere i capigruppo. Malpezzi è stata eletta per acclamazione, Serracchiani è stata eletta con voto segreto in corsa contro Madia", viene ricordato. E, se voto sarà, i numeri in campo non consentono di escludere sorprese, "visto che i rapporti di forza sono invertiti rispetto al risultato delle primarie", aggiungono.