Pd, 'congresso ed elezioni a giugno. Dimissioni di Renzi? Vedremo lunedì...'
Intervista di Affaritaliani.it alla deputata renziana del Pd Anna Ascani
L'impressione forte è che ormai le elezioni politiche ci saranno nel 2018 e che l'ipotesi delle urne a giugno sia tramontata. E' davvero così?
"No, io credo il contrario. Adesso apriremo una discussione, come è giusto che sia, all'interno del partito. Però io sono tra quelli che continuano a pensare che si debba votare a giugno".
Il segretario Renzi è ancora convinto di votare a giugno o ritiene che le elezioni possano tenersi il prossimo anno a scadenza naturale?
"No, secondo me Renzi non ha cambiato idea. Dopodiché, siccome Renzi è il segretario di un partito democratico, vedremo quali sono le posizioni all'interno del partito e decideremo insieme cosa fare. Penso che ci siano delle ottime motivazioni per cui sia necessario votare a giugno. Credo che debba essere un governo che ha un lungo mandato a fare la prossima manovra economica che, in ogni modo, non sarà semplice e condizionerà i prossimi anni del Paese. E quindi non è giusto nemmeno che a farla sia un governo che comunque cadrebbe dopo poco tempo".
Si parla di "irritazione" di Palazzo Chigi e del ministero dell'Economia per la mozione anti-accise dei renziani. Siamo di fronte ad un bello scontro Gentiloni-Renzi?
"Assolutamente no. Il tema accise va trattato comprendendo che il ministero dell'Economia ha una sua visione sulla cosa. Dobbiamo discutere all'interno del partito su come si fa un'eventuale manovra. Secondo me è sbagliato pensare di mettere le accise sulla benzina perché è vero che torniamo alla Prima Repubblica, ma insomma... non così tanto".
Ma se si vota a giugno niente congresso del Pd e Renzi candidato premier automaticamente, giusto?
"Non è detto, bisogna chiarirci anche sui tempi. In realtà nulla è precluso. Renzi, e lo spero proprio, sarà il candidato premier ma non è detto che non si riescano a fare sia il congresso sia le elezioni. Lunedì sarà una giornata importante (è in programma la Direzione Nazionale del Pd, ndr) anche per chiarirsi sui tempi di un eventuale congresso".
E' vero che lunedì potrebbero esserci le dimissioni di Renzi da segretario del Pd?
"Lo vedremo anche sulla base di quello che verrà fuori dal dibattito. Penso che Renzi voglia ascoltare ciò che succede davvero nel partito. Leggiamo tutti le ricostruzioni e va bene, però - insomma - oltre alle ricostruzioni c'è il partito".
Qualcuno dice che Franceschini e Orlando hanno mollato Renzi, è davvero così?
"Aspetto lunedì per vedere anche questo, nel senso che voglio sentire quali sono le loro proposte. Nonostante io sia renziana, sono affezionata ai vecchi metodi per cui quello che uno pensa sul futuro del partito e del governo che sosteniamo lo dirà in Direzione. E su questa base vedremo che cosa dicono Franceschini e Orlando. Li ascolteremo e insieme decideremo cosa fare".
Sulla legge elettorale siete disponibili ad aprire alle coalizioni?
"Le do la mia opinione personale, che non è quella di Renzi. Credo che il premio di coalizione sarebbe in contrasto con la ragione per cui il Pd è nato e cioè essere il post-Ulivo. Se torniamo all'Ulivo significa che rimettiamo in discussione il Pd, che è figlio dell'Ulivo e quindi tornare al padre significa dire che il figlio non ci è piaciuto. Credo nel Pd e ritengo che le coalizioni siano una scelta sbagliata".
Ma così si avvicina la scissione...
"Probabilmente si rischia di più la scissione aprendo ad una coalizione perché con un sistema proporzionale e in coalizione ciascuno si fa il suo partito e si pesa. Mentre se il progetto è quello di continuare a coltivare l'idea di poli che si confrontano e si alternano in un sistema democratico, allora il Pd deve conservare la sua vocazione maggioritaria - così la chiamò Veltroni - e a questa dovremmo essere tutti un po' affezionati".