Politica

Pd, il paradosso di Elly Schlein: ebrea che ce l’ha con Israele

Di Giuseppe Vatinno

Uno spettro si aggira per il Nazareno: Elly Schlein è ebrea ma ce l’ha con Israele. Lo stesso padre la contesta

Pd,  le tante contraddizioni di Elly Schlein su Israele

Non c’è “uno spettro che s’aggira per l’Europa”, come scriveva Marx, ma c’è un paradosso, questo sì, che s’aggira per il Nazareno. Elly Schlein è ebrea ma ce l’ha con Israele. Prendiamola un po' alla lontana con un gustoso aneddoto di cui la segretaria del Pd si rese protagonista lo scorso anno. Si tratta di una gaffe che sembra tratta da un film di Woody Allen sull’ umorismo yiddish. Tutto nasce da ignobili battute razziste sui social sul suo naso a cui lei ha risposto candidamente: "Per quanto sia orgogliosissima del lato ebraico della mia famiglia paterna, io non sono ebrea, perché come sapete la trasmissione avviene per linea matrilineare. Ma la cosa più folle è il dibattito sul mio naso. Perché non è un "naso ebreo Schlein"che ho ereditato da mio padre, come scrivono i razzisti nella rete. È un naso tipicamente etrusco”.

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Insomma, invece di prendersela con i cretini razzisti si “discolpava” dicendo che “il suo naso era etrusco e non ebreo”. E nascondeva il suo essere ebrea perché la trasmissione dell’ebraismo avviene per via materna. Ma veniamo a cose serie. Elly Schlein ha tre passaporti, lo svizzero, lo statunitense e infine, per ultimo, l’italiano. Intanto sarebbe bene rinunciare alle altre due nazionalità, visto che è una Deputata della Repubblica italiana e ci possono essere dei conflitti di interesse per la sicurezza del nostro Paese, pur non essendo attualmente Usa e Svizzera nazioni ostili. La Schlein è un’ebrea a capo di un partito strutturalmente anti-ebraico e cioè filopalestinese, come tutta la sinistra italiana. Una contraddizione grande come una casa che la povera Elly cerca di gestire alla meno peggio, inizialmente dando un colpo al cerchio ed uno alla botte ma poi la protesta anti Israele dei militanti Pd è salita, ci sono state e ci sono tuttora giornalmente manifestazioni contro Israele e lei non sapeva più come gestire la situazione.

A questo punto la solita inversione ad U a cui ci hanno abituato i politici italiani. Elly, per mantenere la cadrega, si è dovuta riciclare pro Hamas e questo nonostante fosse a tutti chiaro che Israele è il Paese aggredito con il rapimento dei 200 partecipanti al rave nel deserto con gli stupri di massa ai danni delle giovani donne israeliane e i dettagli truculenti emersi dai social sempre a sfondo sessuale. A proposito dove sono finite le femministe di sinistra, cioè la totalità delle femministe italiane? Non abbiamo sentito levarsi grida di protesta per gli stupri generalizzati a cui le ragazze israeliane sono state sottoposte, con i militanti che giocavano a palla con parti degli organi sessuali, come si è visto nei filmati girati con i cellulari. Forse che questa volta tutto va bene in nome dell’ideologia politica? Ma torniamo alla Schlein.

La sua posizione è così imbarazzante che lo stesso padre, Melvin Schlein, professore universitario, se l’è presa con la figlia: in una intervista a “La Domenica”, del Corriere del Ticino. “Tutti parlano della soluzione dei due Stati. Anche Elly, ma io le ho detto: ci credo poco. Implicherebbe una strutturazione delle relazioni e un riconoscimento istituzionale che una parte della società araba non può accettare". Il padre della Schlein non parla a vanvera perché lui queste cose le ha vissute in prima persona e sa cosa vuol dire: “Anche negli anni ‘60 dormivamo con il mitra sotto il letto”, ha dichiarato dopo lo scoppio del conflitto riferendosi alla difesa del suo kibbutz di Nahal Oz (vicino a Gaza), dove ha lavorato come volontario. Ecco, se il professor Schlein non avesse avuto quel mitra “sotto il letto” ora probabilmente non ci sarebbe più e sua figlia Elly non sarebbe mai nata. Alla luce di tutto questo forse Elly dovrebbe essere più cauta quando perentoriamente dice che “non bisogna inviare armi ad Israele”.