Pd, Orlando: "Abbiamo il Recovery Fund ma non sappiamo come utilizzarlo" - Affaritaliani.it

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Pd, Orlando: "Abbiamo il Recovery Fund ma non sappiamo come utilizzarlo"

Il vicesegretario dei Dem mette in guardia l'Esecutivo: "Serve una macchina dello Stato profondamente rinnovata o ci toglieranno i fondi Ue"

Pd, Orlando: "Abbiamo il Recovery Fund ma non sappiamo come utilizzarlo"

Il governo a Bruxelles si appresta a giocarsi la partita decisiva, quella per il Recovery Fund. Dall'accordo in Europa arriveranno molte risorse per l'Italia che è stata tra i Paesi più colpiti dal punto di vista economico. Ma il vicesegretario del Pd, andando un po' in controcorrente, in un'intervista alla Stampa mette in guardia l'esecutivo. "Serve una macchina dello Stato profondamente rinnovata o ci toglieranno i fondi Ue. Senza alcun elemento polemico - spiega Orlando - noto che siamo chiamati a gestire il paradosso di una vittoria: come Paese, abbiamo ottenuto il Recovery e rischiamo di non avere gli strumenti giusti per utilizzarlo al meglio. Serve una macchina dello Stato profondamente rinnovata. Questo è il tema più urgente, da sviluppare nell’arco di pochissimo tempo".

"Non ci possiamo permettere di perdere questo treno. Il Recovery - prosegue Orlando - ci porta in dote linee chiare, evitando il rischio che in qualche modo c’è stato nei decreti di “pronto soccorso”, con spese finalizzate giustamente a lenire le ferite. Il Recovery individua tre grandi indirizzi. Sostenibilità,lotta alle diseguaglianze e innovazione tecnologica. E potrebbe essere tranquillamente il programma fondamentale di ogni forza progressista. Il che fare è risolto, il come non è sufficientemente chiaro. Vedo alcuni problemi per gestire le risorse del Recovery: la macchinosità della Pa. Serve un patto con le Regioni, perché non ci possono essere 20 politiche della sanità, dell’innovazione o dell’energia diverse. I ministeri sono pieni di giuristi, di preziosi consiglieri di Stato che accertano la regolarità dei provvedimenti, ma non vedo una grande presenza di economisti, esperti di politiche industriali e di sostenibilità, sociologi, urbanisti. Di persone che possano concepire un progetto di sviluppo. Bisogna stabilire chi fa, che cosa. Senza conflittualità tra soggetti pubblici".