Politica
Pd, ricatti e minacce al Nazareno. Schlein, De Micheli, Cuperlo: guerra
Volano gli stracci
Nel caso della Schlein bastava sostanzialmente allearsi con Bonaccini, l’unico avversario delle primarie, per acchiappare tutto, avere la maggioranza e governare il partito.
E la rivoluzionaria Schlein questi giochetti li ha imparati all’oratorio, insieme al suo mentore Romano Prodi.
E così si è messa d’accordo solo con Bonaccini, che ha nominato –come da prassi- Presidente del partito e agli altri ha dato –si dice a Roma- “in c. e foco ai capelli”.
E così i trombati interni hanno cominciato ad agitarsi una volta che il temibile uccello padulo si è depositato nei loro preclari bassifondi.
In primis Paola De Micheli che tra una piadina romagnola e l’altra, masticando amaro e bevendo ancor più aspro calice ha dato di mugugno:
“Elly Schlein ha ritenuto di non dare rappresentanza nella nuova organizzazione ad una parte vitale del partito. Espressa da due candidati al congresso. Lo ritengo un errore. Così si rinuncia alla pluralità di idee che è sempre una ricchezza e un bene per tutti. Ma continueremo a lavorare nel Pd e per il Pd con lealtà e senso critico”.
Per il lettore che ancora non sapesse decifrare le fregnacce del politichese la De Micheli sta dicendo alla sua segretariə, come ama farsi definire, che così non si sta comportando da personcina ammodo e che qualcosa deve ammollare anche a lei che ha avuto il coraggio di partecipare alle primarie e che si è dovuta organizzare e che è stata sui costi e così via. La minaccia sottesa e che se non le danno niente le farà casino interno mettendola in difficoltà.
Ma la segretaria è riuscita a far perdere alle staffe anche al solito moderato Gianni Cuperlo che ha twittato:
“Elly Schlein aveva parlato di unità e pluralismo ma in realtà non si è voluta riconoscere la ricchezza delle differenze espresse dagli iscritti nel congresso dei circoli. Lavoreremo lo stesso a un Pd più coraggioso e coerente”. E poi non potevano mancare loro, i democristiani non troppo furbi che non hanno “visto arrivare” la Schlein come invece ha fatto Franceschini e quindi sono finiti all’opposizione e così Lorenzo Guerini, ex leader potente di Base riformista e attualmente presidente del Copasir si è lamentato di Bonaccini che ha “trattato da solo” per sistemarsi non pensando agli “amichi” di un tempo.
E questa è una seconda strategia ben nota a chi bazzica un po’ la politica.
Guerini, date le scarse sue risorse, non attacca direttamente la segretaria che sarebbe inutile, ma attacca Bonaccini nel tentativo di divenire “minoranza della minoranza”, con la minaccia di fare casino non alla Schlein ma direttamente al governatore emiliano che non deve aver rispettato i patti.
Insomma, proprio un bell’ambientino questo nuovo Nazareno pieno di sogni di ulivi pasquali ed immerso in stracci volanti e veleni che manco a Kiev.
Buona Pasquetta.