Politica

Ponte sullo Stretto, Salini (Webuild) tiene in pugno il governo

di Redazione

Il ceo di Webuild: “Ritiriamo il contenzioso solo se parte l’opera”

Ponte sullo Stretto, con il contenzioso ancora in corso Salini tiene in pugno il governo

Tra i punti principali dell’esposto sul Ponte sullo Stretto che ha portato la Procura di Roma ad aprire una inchiesta c’è la questione del contenzioso fra la Società Stretto di Messina (partecipata da Anas) ed Eurolink, un consorzio che fa capo a Webuild. Ma mentre la prima ha già detto di rinunciare a qualsiasi richiesta risarcitoria, più complessa è la posizione di Eurolink. Dalla breve intervista mandata in onda da Report domenica sera, infatti, si capisce come Pietro Salini, ceo di Webuild, oggi possiamo dire l’uomo più potente d’Italia come ha raccontato affaritaliani.it, tenga in pugno il governo, e più nello specifico il ministero delle Infrastrutture di Matteo Salvini.

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Il governo, infatti, con il decreto che rispolvera l’infrastruttura ha disposto la caducazione del contenzioso. Eurolink aveva chiesto i danni allo Stato (quantificati in 700 milioni) quando il governo Monti aveva cambiato idea decidendo di non realizzare più l’infrastruttura. L'allora ministro Corrado Passera, infatti, ritenne più opportuno destinare le - poche - risorse ad altri progetti.

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Il risarcimento danni che chiedeva Eurolink era di 700 milioni di euro e nonostante la sconfitta in primo grado non ha rinunciato alla lite giudiziaria che è ancora in corso.

“Quando si farà il ponte il contenzioso non avrà più ragione di esistere”, ha affermato Salini a Report specificando che l’accordo con il ministero alle Infrastrutture parla chiaro: “Ove si vada avanti c’è già la rinuncia del contenzioso”.

PIETRO SALINI RISPONDE A REPORT: GUARDA IL VIDEO

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Salini davanti alle telecamere non fa giri di parole e definisce il dietrofront del governo nel 2011 come “un esproprio” che “in un Paese normale non sarebbe mai avvenuto” e rivendica, con il ripristino del progetto, di aver ottenuto ciò che spettava alla sua società, e non un “regalo”, come il presidente dell'Autorità nazionale anticorruzione Giuseppe Busia ha definito la riattivazione del contratto.

Wubuild intanto, contattato da affaritaliani.it, non ha voluto commentare la notizia dell’apertura dell’inchiesta a Roma perché l'apertura di un fascicolo era un atto dovuto e se lo aspettavano.