Politica
Premierato, Meloni accelera: primo sì entro le Europee. Una bandierina per FdI



Lei non crede al dialogo con le opposizioni sulla riforma ed è pronta al referendum nel 2025. Una strategia già definita
Premierato, la fretta di Meloni ha un motivo preciso: ottenere più voti alle Europee
Giorgia Meloni adesso accelera, vuole il primo sì delle Camere alla riforma sul premierato entro giugno. Non é una data casuale, coincide infatti con le elezioni Europee, per questo la presidente del Consiglio ha deciso di andare spedita su questa storica riforma. Meloni é convinta che le opposizioni non la aiuteranno e si prepara al referendum nel 2025. Ma per lei e per il suo partito - si legge su La Stampa - il primo sì in Parlamento rappresenterebbe una bandierina da sventolare in vista del voto per Bruxelles. La convinzione del governo è che i tempi dipenderanno dal clima tra i partiti della maggioranza e si cercherà di approfittare dell'accordo sulla manovra per procedere. La regola "zero emendamenti" imposta a fatica per l'approvazione della legge di bilancio non si può certo applicare per il premierato, ma l’accordo tacito è andare più veloce possibile per l'approvazione della prima lettura, aspettare il voto alle Europee per poi procedere con il resto del percorso fino al referendum o solo dopo aprire sul serio il vero problema: vale a dire definire la nuova legge elettorale.
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Così, trovata a fatica una bozza che possa accontentare tutti, "il minimo comun denominatore" lo hanno definito in Forza Italia, ora la maggioranza - prosegue La Stampa - cerca di andare il più veloce possibile verso l’obiettivo. Il disegno di legge, almeno di novità dell’ultimo momento, dovrebbe cominciare il suo lungo percorso dalla Camera, anche perché il Senato è impegnato nell’esame dell’autonomia differenziata, che secondo quanto chiesto dalla Lega e ribadito sabato da Matteo Salvini, "deve andare di pari passo con il premierato". Un’impostazione che la premier dice di condividere. Inoltre, a Palazzo Madama c’è al momento un maggiore intasamento di decreti da approvare. Casellati tende poi a preferire Montecitorio, visto che la prima commissione (Affari costituzionali) è presieduta da un esponente di Forza Italia, Nazario Pagano e ben presidiata da un altro berlusconiano doc come Paolo Emilio Russo (capogruppo), che mette dei paletti: "Qualunque proposta è perfettibile e ogni contributo è benvenuto a patto che il confronto sia costruttivo e le proposte chiare, non tecniche dilatorie che hanno come unico scopo quello di far perdere tempo prezioso per il Paese".