Politica

Primarie Pd: Bonaccini avanza tra i giovani e al Sud. Il nodo-partecipazione

Di Lorenzo Zacchetti

Alta tensione all'interno del partito... ma fuori permane una certa freddezza, come si capisce dai sondaggi

Bonaccini consolida il suo vantaggio tra le componenti del Pd, ma continua il crollo tra gli elettori

Mercoledì 11 gennaio: un ultimo tentativo di conciliazione prima della direzione, senza farsi troppe illusioni, poi la decisione sul voto online richiesto da Elly Schlein sarà affidata alla “conta”. Enrico Letta ha provato fino all'ultimo a cercare una soluzione condivisa sul punto, conscio del fatto che questa discussione regolamentare tutta interna ai candidati non appassiona affatto gli elettori. 

Il segretario uscente ha scelto la via dell'imparzialità nel percorso di scelta del suo successore (al di là delle sue preferenze personali), ma secondo chi gli sta vicino ci sarebbe anche qualcosa di più: stanchezza, delusione, forse pentimento per alcune scelte sbagliate, certamente il desiderio di arrivare il prima possibile a voltare pagina, lasciando ad altri il difficile compito di rilanciare un partito precipitato al minimo storico nei sondaggi. 

In questo quadro, continuano a posizionarsi le pedine a sostegno dei vari candidati. Stefano Bonaccini si rinforza al sud, grazie all'appoggio del sindaco Antonio Decaro (che segue il Presidente della Puglia Michele Emiliano) e della famiglia De Luca in Campania: proprio oggi, 10 gennaio, Piero De Luca (deputato e figlio del Governatore Vincenzo) ha assunto il coordinamento della mozione nel Mezzogiorno. 

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Non solo, con Bonaccini si schierano 100 esponenti dei Giovani Democratici, che hanno sottoscritto un documento incentrato sul contrasto ai cambiamenti climatici. Una mossa che, secondo gli insider, ha un duplice significato: erodere parte del consenso di Elly Schlein, molto apprezzata dai più giovani, e sollecitare la decisione finale di Brando Benifei. Il capogruppo Dem al Parlamento europeo ha infatti il suo bel daffare con la spinosa vicenda del Qatar-gate e ancora non ha fatto endorsement per nessuno dei candidati, pur potendo contare sul seguito di numerosi Gd che negli scorsi mesi si sono riuniti nella sua iniziativa “Coraggio Pd”. Si pensava che potesse diventare una mozione congressuale, ma le cose sono andate diversamente e così i ragazzi della “cantera” si stanno piazzando autonomamente. Attenzione a non perdere il treno.

Così come Benifei, tace anche l'eminenza grigia Goffredo Bettini, che dopo aver inizialmente puntato su Matteo Ricci, sindaco di Pesaro, si è trovato sinceramente equidistante tra Elly Schlein e Gianni Cuperlo. Probabilmente alla fine starà con quest'ultimo per poi convergere insieme a lui nella seconda fase su Bonaccini, favoritissimo in tutti i pronostici. In ogni caso, “il thailandese” pare intenzionato a non battezzare ufficialmente alcuna delle mozioni. 

Tatticismi? Normale amministrazione di ogni tornata congressuale, ma il problema non è tanto quello che accade dentro il Pd (poco, invero), ma quello che accade fuori. I sondaggi SWG certificano con crudele chiarezza la situazione di un partito precipitato al 14%, ovvero a -3,7 punti dal M5S e con meno della metà dei consensi di FdI, che al contrario è al suo massimo storico. Se a qualcuno servisse una “prova del nove”, la si trova agevolmente su Pagella Politica che, monitorando le ricerche attraverso Google Trends, ha scoperto che il tema “primarie Pd” interessa ai comuni mortali venti volte meno di altri argomenti di attualità, da “Meloni” a “Ucraina”. Uno scenario davvero preoccupante per chiunque dovrà guidare il Pd nel prossimo futuro, eppure la contesa per la conquista del timone si fa sempre più calda.