Politica

Primo sì del Senato al Premierato. Riforme, insorgono le opposizioni

di Redazione

Via libera dalla commissione Affari Costituzionali di Palazzo Madama

Toni accesi nel dibattito in Commissione con le opposizioni che promettono battaglia dentro e fuori il Parlamento

 

Primo si' del Senato alla riforma costituzionale sul premierato. La commissione Affari Costituzionali di Palazzo Madama ha infatti dato il via libera al ddl Casellati approvando il mandato al relatore. Ora sara' la conferenza dei capigruppo a dover calendalizzare il provvedimento in Aula. Il testo ha incassato il voto favorevole dei gruppi di maggioranza - FdI, FI, Lega e centristi - e del gruppo Autonomie. No da Pd, M5s e Avs mentre Italia viva si e' astenuta. Toni accesi nel dibattito in Commissione (riunita ieri sera e questa mattina) con le opposizioni che promettono battaglia dentro e fuori il Parlamento e la maggioranza a difendere la "bonta'" del provvedimento "anti-ribaltone".

"Una carica esplosiva piazzata sotto la nostra architettura costituzionale", attacca la senatrice M5s, Alessandra Maiorino. Di uno "scambio politico" tra premierato (al Senato) e autonomia (alla Camera) parla il capogruppo dell'Alleanza Verdi e Sinistra Peppe De Cristofaro, definendo i due provvedimenti come "le basi di una pericolosa torsione anti-democratica". Critiche che non scalfiscono la determinazione con cui la maggioranza intende proseguire l'iter della "madre di tutte le riforme" nel segno dell'anti-ribaltone e della stabilita' di governo. 

"La democrazia con il premierato e' rafforzata. Il testo garantira' una maggiore stabilita' del sistema", sostiene - sempre in dichiarazione di voto in Commissione - il senatore FdI, Marco Lisei, derubricando come non veritiere le critiche dei partiti di minoranza "di una deriva autoritaria". "Questo testo crediamo che non tocchi minimamente le prerogative del Capo dello Stato", rimarca. Con l'elezione diretta del premier "vogliamo dare piu' potere ai cittadini e fermare, una volta per tutte, gli intrighi di palazzo, i transfughi e il trasformismo", rivendica Daniela Ternullo, di Forza Italia. Un "appello al governo" arriva da Andrea Giorgis. "Fermatevi - dice il senatore del Pd - avviamo prima un confronto vero. Noi alla vigilia della festa della Liberazione riaffermiamo la convinta adesione alla nostra Costituzione". 

Annunciando l'astensione del suo partito, Dafne Musolino di Italia viva ha detto che "la legge elettorale e' la grande assente di questa riforma, e' il convitato di pietra. Non si stabilisce come sara' il premio di maggioranza. Ci sono una serie di incognite che non possono essere lasciate tali". Il si' alla riforma e' arrivato compatto da tutti i rappresentanti della maggioranza in Commissione Affari costituzionali. "Se il ddl va nell'ottica di ridare dignita' alla politica allora la Lega vota a favore", sottolinea Daisy Pirovano senatrice del Carroccio per poi aggiungere che "come Lega abbiamo cercato di migliorare il testo e sappiamo che c'e' spazio per miglioramenti in Aula". Il confronto sulla riforma per l'elezione diretta del capo del governo si giochera' su due fronti nei prossimi mesi. Da un lato in Parlamento e dall'altro nei gazebo delle piazze. Con i comitati civici pro-premierato presentati nei giorni scorsi da Fratelli d'Italia nell'eventualita' del referendum confermativo - ipotesi plausibile in assenza dei due terzi dei voti in Parlamento - e con l'opposizione ad agire con altrettanta determinazione sui territori. Il premierato "e' pericoloso e noi ne denunceremo la pericolosita' in ogni sede. Noi si impegniamo a sponsorizzare un referendum popolare per fermarlo", promette Maiorino (M5s).