Politica

Qatargate, colpo di grazia per il Pd? Ma la Dx non goda solo delle disgrazie

Di Massimo Falcioni

Sul banco degli imputati c’è la doppia morale di ipocrisia specificatamente del Pd responsabile di un sistema di potere "malato"

Qatargate, quanto emerso a Bruxelles è allarmante, ma non di certo sorprendente. Il commento

Le indagini sul Qatargate seguiranno il loro corso e vale per tutti la presunzione d’innocenza fino a prova di colpevolezza. Altra cosa è il dato politico che dà un ulteriore colpo alla credibilità delle istituzioni europee e di chi ci gira attorno riverito e ben pagato e che può, in particolare, mandare a fondo Pd e sinistra italiana già con l’acqua alla gola dopo la debacle delle elezioni del 25 settembre. Ricordare che da sempre ci sono stati personaggi politici e istituzionali italiani e loro supporter (non solo italiani) a libro paga di Stati stranieri non vuol dire allievare il peso di quanto pare fatto da chi è oggi nel tunnel del Qatargate.

Accostare poi questa storiaccia con i passati finanziamenti dell’URSS (Paese considerato nemico dalla NATO di cui l’Italia faceva parte) al PCI o quelli degli USA alla DC è, a dir poco, una forzatura storica e politica. Non foss’altro perchè quei soldi, nel contesto internazionale di Guerra fredda con i bombardieri e i carri armati sempre in movimento e con l’incubo della bomba H, finivano nelle casse dei partiti e non, come sembra in questo caso, nelle tasche dei “mariuoli”.

Non cambia, certo, la sostanza penale: ma quella politica sì. Quanto è emerso a Bruxelles in merito alla vulnerabilità etica del Parlamento Europeo è inquietante e allarmante, ma non sorprendente. Ciò conferma la debolezza  della Ue e il suo ulteriore scadimento in fatto di credibilità morale e politica. Pd e sinistra italiana adesso “piangono lacrime di coccodrillo” fingendo di non ricordare quanto il PCI e i partiti nati dopo la sua chiusura causata dal crollo del comunismo avevano soffiato sul fuoco di “Mani pulite” con l’obiettivo, riuscito, di dare attraverso l’appoggio incondizionato alla Magistratura, un colpo mortale al “nemico” Craxi e al suo PSI e alla stessa DC, partiti etichettati quali responsabili dell’impero del male.

Una operazione di trasformismo politico al limite del colpo di stato. Ora, frignando e cercando di circoscrivere il Qatargate a questione personale di singoli compagni non più compagni, Pd e sinistra non usciranno dal gorgo in cui sono precipitati. Dopo l’inquietante caso Aboubakar Soumahoro, ancora di più con questa nuova storia la presunta superiorità ideologica, politica, morale della sinistra finisce in cenere. La vicenda, con al centro esponenti della sinistra (partiti e sindacati) e delle Ong coinvolti in un giro di tangenti del Qatar, riserverà di certo nuove e inquietanti sorprese.

Parlamentari europei ed ex parlamentari incassavano valanghe di denaro in contanti per promuovere – e peggio - il Qatar presso le istituzioni europee. In una nota, il Pd, indignato, si è definito “parte lesa” annunciando la volontà di costituirsi “parte civile nel procedimento giudiziario in corso”: un atto dovuto, o meglio, un modo di mettere le mani avanti, soprattutto di voler circoscrivere la questione a fatto personale di compagni che sbagliano. Le responsabilità penali sono sempre personali ma qui non si può non vedere il dato politico.

E’ già evidente che sul banco degli imputati c’è la doppia morale di ipocrisia specificatamente del Pd responsabile di un sistema di potere in gran parte voluto e sostenuto dalla sinistra. Dietro al malaffare dei singoli accusati di corruzione c’è un pensiero politico, addirittura ideologico, di una certa sinistra mille anni luce lontana dal Pci della “questione morale” sollevata da Enrico Berlinguer e da sempre evitata dai suoi eredi dalla fine della prima Repubblica in poi. Adesso, però, il Qatargate che oscilla minaccioso sul Pd come una clava, non può essere strumentalizzato dal centrodestra.

Quella “questione morale” è oggi più che mai attuale e non può che essere affrontata fuori da speculazioni di partito, specie da una classe dirigente che nella sua complessità e a vari livelli fin qui ha dimostrato la sua inadeguatezza sul piano politico, istituzionale e morale. Così in Italia sono stati dispersi i valori fondanti della Costituzione, calpestate tutte le regole, imbarbariti tutti i rapporti politici e sociali.

Meloni e il suo governo di centrodestra non possono fare quel che ha sempre fatto prima la sinistra: godere delle disgrazie del “nemico”. Nella assoluta distinzione dei ruoli, chi governa governi chi è all’opposizione faccia l’opposizione, può essere questa l’occasione perché i partiti ritrovino la dignità politica e morale perduta mettendosi ai remi al servizio della nazione?