Politica

Quando i Cinque Stelle erano di destra. Conte "Che Guevara" casereccio

Di Giuseppe Vatinno

M5S presenterà un esposto in Procura sui saluti romani di Acca Larentia

Quando i Cinque Stelle erano di destra. Sarà presentato in Procura un esposto per i saluti romani di Acca Larentia

Partiamo, come al solito, dalla notizia. Il Movimento Cinque Stelle presenterà un esposto in Procura sui saluti romani durante la commemorazione dell’omicidio plurimo di via Acca Larentia, a Roma. Il firmatario è Sergio Costa, l’ex ministro dell’Ambiente che in quel dicastero non lasciò un particolare ricordo ecologico, anzi raccolse parecchie critiche.

I Cinque Stelle sono un partito populista, anzi peronista. E cioè fondamentalmente conservatore che però oscillano in continuazione tra i due poli a seconda di quello che gli conviene di più in quel momento, sguazzando pienamente nel situazionismo.

E il leader perfetto per questo tipo di giochetto è proprio Giuseppe Conte, che si autodefinì l’”Avvocato del popolo”. Personaggio venuto dal nulla, perfettamente sconosciuto prima che Luigi Di Maio compisse il miracolo di farlo diventare Primo Ministro nel primo governo giallo-verde, quello con la Lega e chiamato giallo-verde.

Per la cronaca lo stesso Costa fu ministro anche in quel governo, di destra.

Allora Conte, da vero Zelig, si camuffò da uomo di destra, conservatore pur avendo votato per il Partito democratico, come fece notare sarcasticamente Matteo Renzi. Che Conte sia in un certo senso un fenomeno politico e sociale eccezionale lo dimostra proprio dal fatto che in realtà nulla ha del leader populista. È calmo, pacato, riflessivo l’esatto contrario del leader naturale Beppe Grillo, a cui peraltro ha sfilato il partito ma è dotato di improvvise accelerazioni “in tutte le direzioni”.

Poi Conte si riciclò in uomo di sinistra con il governo cosiddetto giallo – rosso ed infine supportò l’odiato, una volta, Mario Draghi fin quando decise di farlo cadere per sfruttare il momento giusto aprendo, tra l’altro, alla vittoria del centro – destra.

Quindi diciamo tranquillamente che ha trascorso l’intero arco costituzionale.

Ma i Cinque Stelle, al di là di Conte, sono sempre stati un movimento di destra, conservatore. Grillo ha spesso giocato a fare il conducator come quando fece la traversata a nuoto dello Stretto di Messina, ricordando un po’ il Benito Mussolini -nuotatore come da immagine dei documentari Luce- solo parecchio più imbolsito. Stesso discorso dal punto di vista ideologico vale per Italia dei Valori di Antonio Di Pietro alle cui manifestazioni, inizialmente, partecipava anche Pino Rauti e la figlia Isabella, ora senatrice per FdI.

Dunque i Cinque Stelle non paiono particolarmente adatti a dare patenti di democraticità, diciamo così, anzi nelle sue fila sono transitati diversi “nostalgici”, tra cui anche parlamentari.

Giuseppe Conte prima “Avvocato del popolo” poi “Che Guevara” casereccio

Tuttavia Conte, in questo momento, è in “modalità di sinistra” e così cerca di accreditarsi, per l’ennesima volta, come corifeo del marxismo più intransigente, una sorta di “Che Guevara de noantri”. Lo fa perché sente odor di elezioni Europee che infatti si svolgeranno il prossimo giugno. Il tempo è poco, la voglia di acchiappare voti tanta. E per questo che i Cinque Stelle ora vengono percepiti molto più a sinistra (ci vuole poco) del Partito armocromista italiano, il Pai e il giochetto ricomincerà dopo le Europee, magari questa volta dall’altra parte politica.