"Quando la Popolare Vicenza voleva farmi comprare L'Unità per aiutare il Pd"
I verbali dell'imprenditore Alfredo Bernardini De Pace gettano luce sugli stretti legami tra la banca ed il Partito democratico
Rapporti pericolosamente stretti tra la Banca Popolare di Vicenza ed il Partito democratico: a gettare nuova luce su tali legami è un verbale che raccoglie le dichiarazioni dell'editore Alfredo Bernardini De Pace, ripreso da Francesco Bonazzi per "La Verità". L'imprenditore è di fatto vittima dell'istituto di credito, che gli fece sottoscrivere a debito pacchetto di azioni della banca stessa per oltre un milione di euro. Ma l'aspetto probabilmente più interessante delle sue dichiarazioni è quello che riguarda le proposte da parte di Emanuele Giustini, ex alto manager della Popolare vicentina e braccio destro dell'ex presidente Gianni Zonin, affinché comprasse "L'Unità".
Sentito come persona informata dei fatti il 17 dicembre 2015 dal pm Luigi Salvadori, Bernardini De Pace racconta che "nel corso del 2014 alcuni colleghi del settore pubblicità (non ricordo chi, però) mi hanno riferito che a una cena a Milano per il finanziamento del Pd, al tavolo di Bonifazi (Francesco, tesoriere del partito democratico, ndr) erano seduti Veneziani (Guido, imprenditore del settore editoriale, cui pure era stato chiesto di rilevare il quotidiano "L'Unità"), Emanuele Giustini e Piazzetta". In una seconda occasione, Giustini avvicina Bernardini De Pace per chiedergli se è interessato ad editare per conto del Pd "L'Unità": "Dopo i contatti tra Federico Silvestri (amministratore delegato della PRS di Bernardini De Pace) e Giustini, ho rifiutato l' offerta. Da questo momento Giustini ha evitato ogni rapporto con il sottoscritto". Tanto che Bernardini De Pace si sarebbe poi trovato in difficoltà e nella necessità di ricorrere agli avvocati per la questione legata ai pacchetti azionari acquistati.
Secondo la ricostruzione de "La Verità", l'intervento del manager della Popolare di Vicenza Giustini per trovare un acquirente all' "Unità" sarebbe avvenuto per "togliere le castagne dal fuoco all'onorevole tesoriere Bonifazi". Lo stesso Bonifazi, aggiunge il quotidiano, che è stato ora inserito tra i membri della commissione parlamentare d'inchiesta sui crac bancari.