Politica
"Quel cretino di Salvini ha detto...". Mughini insulta il leader della Lega
Un rigurgito di “sinistrismo” al Grande Fratello
Giampiero Mughini sbrocca al Grande Fratello ed insulta Salvini
Giampiero Mughini ne ha combinata un’altra delle sue al Grande Fratello: ha dato del “cretino” in diretta Tv a Matteo Salvini. Il fattaccio è avvenuto durante una chiacchierata con Samira Lui, opinionista di colore al GF. Prima del pranzo Mughini ha detto: “Una ragazza, che chiamerò con la pelle scura, ha qualche problema in Italia? Non credo".
La Lui ha risposto imbarazzata: ” Io personalmente no, mai, però non voglio… “, cercando di non provocare una polemica avendo fiutato l’aria che tirava. Ma imperterrito Mughini ha lanciato il siluro: “Io penso questo, che in Italia non ci sia questo atteggiamento… ma quel cretino di Salvini ha detto: Paola Egonu… “.
Panico in studio. Al che la regia gli ha sfumato prontamente l’audio ma ormai la frittata era fatta. Probabilmente Mughini si riferiva al Festival di Sanremo 2023 quando Salvini aveva paventato che la Egonu ammollasse il solito pippone sul razzismo in Italia. Dopo poco Salvini stesso ha risposto via social, specificatamente su Instagram allegando il video dal titolo: “Grande Fratello, Mughini contro Salvini: “Quel cretino…”.
E poi un commento al fulmicotone: “Essere insultato dal signor Mughini, che nelle segrete stanze del Grande Fratello mi ritiene un cretino e razzista, è per me una medaglia. Bacioni Giampiero! “. Dopo un po’ sui social del Grande Fratello è comparso un video di scuse per un non precisato motivo: “Mi è scappato, chiedo scusa. Vi chiedo scusa, scusami ancora”. Però il furbo giornalista non ha specificato del perché chiedesse scusa e quindi questo filmato varrà per ogni situazione.
Probabilmente Mughini, che era appena arrivato al GF, sarà squalificato battendo o eguagliando il record detenuto da Riccardo Fogli. A questo punto c’è da chiedersi se Mughini ad 82 anni suonati debba ancora esporsi a tali figuracce pubbliche o non sia il caso che se ne vada ai giardinetti a leggere il giornale oppure aderisca all’Associazione Italiana Umarell (AIU), che sono quei pensionati che non avendo una cippa da fare trascorrono tutto il giorno a guardare i cantieri dei palazzi in costruzione e andando a dare consigli agli operai.
Mughini è conosciuto come giornalista e scrittore e lì si poteva fermare senza tentare le sabbie mobili dell’opinionista per cui bisogna avere i riflessi pronti, l’agire fulmineo e lo scatto metallico., da ardito dell’etere. Ma chi è Giampiero Mughini? Colpisce subito di lui il suo aspetto stravagante, con i capelli bianchi elettrizzati, gli occhialoni policromatici alla Wertmüller e l’aspetto assolutamente spiritato.
Nato a Catania, è un residuo del ’68, una di quelle schegge che vortica in orbita nell’infosfera da decenni, attaccato ad uno Sputnik sovietico.
Fonda e dirige nel 1963 Quaderni piacentini, si laurea in lettere a La Sapienza a Roma, e poi comincia a ciondolare per l’Europa. Lo troviamo sulle barricate del maggio francese nel 1968 a Parigi ed inizia a scrivere poi a Roma per Paese Sera.
È uno dei fondatori del quotidiano il Manifesto ma solo dopo tre mesi litiga con i colleghi e se ne va.
È stato anche direttore di Lotta Continua organo del gruppo della sinistra extraparlamentare che portava lo stesso nome. Si dedica pure al cinema grazie a Nanni Moretti che lo chiama a recitare il ruolo di un intellettuale in Ecce Bombo (1978) e successivamente il ruolo di giornalista televisivo in Sogni d’oro (1981).
Negli anni ’80 molla gli ex compagni con una lettera pubblica, divenuta poi pamphlet intitolato Compagni addio. Lettera aperta alla Sinistra, incominciando un percorso classico per gli intellettuali estremisti di sinistra che lo conduce addirittura a criticare Lotta Continua e la vicenda dell’uccisione del commissario Calabresi, atterrando alla redazione di Libero, grazie a Vittorio Feltri.
Ma è nel 2010 che scova la sua vocazione per i talk show partecipando a Il più grande italiano di tutti i tempi, condotto da Francesco Facchinetti su Rai 2.
Alla luce di quanto detto la vicenda di ieri può essere inquadrata in un rigurgito di “sinistrismo” che per certi soggetti imprime lo stigma di sacerdos in aeternum, e cioè: se uno è stato per un certo periodo di sinistra lo sarà per sempre, al di là di lettere d’addio e abiure varie.
Cosa lo abbia spinto a travalicare i limiti della decenza e del bon ton televisivo non possiamo saperlo, ma certamente l’età avanzata spiega molto, ma una sottile perfidia di cui lo stesso Mughini è conscio -avendola peraltro recitata nei suoi film con Moretti- non è da trascurare.
Dispiace che la figura di un intellettuale, scrittore e giornalista e anche la sua opera saggistica sia stata infangata da un episodio abbastanza grave. Non resta che consigliare a Mughini, per evitare di fare ulteriori danni, di iscriversi alla già succitata Associazione Italiana degli Umarell: lì al massimo rischia un alterco col capomastro e non con il vice Presidente del Consiglio.