Politica

Zampetti, regista del Mattarella bis. Allievo di Elia, maestro di Di Maio

Il Segretario Generale del Presidente della Repubblica è approdato a Montecitorio nel 1976

Spulciando gli archivi dei giornali, e fermandosi ai resoconti parlamentari del 2013, si trovano tracce di una battaglia avviata contro Zampetti dal Movimento 5 Stelle, uscito però sconfitto dalla disputa.

Dal Corriere della Sera: “Il segretario generale della Camera dei Deputati Ugo Zampetti festeggerà il quattordicesimo anno di permanenza in carica con una buona notizia: l’offensiva grillina è stata respinta. Martedì il vicepresidente del Movimento 5 Stelle Luigi Di Maio aveva battagliato nell’Ufficio di presidenza di Montecitorio per difendere un ordine del giorno che reintroduceva il limite di mandato di sette anni per quella nomina. Soli contro tutti, con l’unica eccezione del vicepresidente democratico Giachetti (renziano), l’avevano persino spuntata, ottenendo di poter far votare la loro proposta dall’assemblea. Ma il giorno dopo l’aula l’ha bocciata. Zampetti potrà così attendere serenamente la proroga del suo incarico oltre l’età pensionabile che raggiungerà alla fine del prossimo anno”.

Eppure, proprio Zampetti era stato colui che si era preso il compito di formare un giovanissimo vicepresidente (26 anni) della Camera che di nome faceva proprio Di Maio, completamente all’oscuro delle funzioni istituzionali che nel suo ruolo avrebbe dovuto assolvere.

La svolta quirinalizia arriva il 16 febbraio 2015, quando Zampetti viene scelto come Segretario Generale della Presidenza della Repubblica. In questo modo, ha sostituito Donato Marra, voluto da Giorgio Napolitano e rimasto in carica per 9 anni.

Nell’ambito dello svolgimento del nuovo incarico, Zampetti ha rinunciato a qualsiasi forma di compenso. Una simile scelta rappresenta una sostanziale novità nel panorama politico italiano e sembra essere volta a mandare un messaggio forte ai cittadini e a indicare la necessità di ridurre in modo significativo i compensi istituzionali.

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