Politica
Raggi, la stampa estera scarica la sindaca M5S. Critiche da FT, WSJ, L'Express
Marco Zonetti

Secondo la stampa straniera il flop della sindaca romana potrebbe aver guastato irrimediabilmente i sogni di gloria del M5S alle prossime Politiche
La testata inglese sottolinea l’atavica differenza tra le due città, Torino più elegante e riservata, Roma più corrotta e caotica, ma se critica aspramente la Raggi non manca di pungolare anche la Appendino sulla questione del Tav e sulla privatizzazione dell’acqua pubblica, autentici “tradimenti” per molti suoi sostenitori. Insomma, giudizio non proprio lusinghiero anche dall’Economist. Restando in area economico-finanziaria e nelle fonti in lingua inglese, il giornalista Darrell Delamaide nella sua rubrica sul sito Watch Market, legato alla Dow Jones & Co, parla di “esperienza disastrosa” della Raggi e guarda con timore a un possibile governo pentastellato; mentre resta ancora vivido l’eco della sentenza letale del newyorchese Wall Street Journal, secondo cui la bella avvocatessa trentottenne a Roma “ha portato il caos e la paralisi”.
Lo spagnolo El Pais parla invece di “una sindaca seduta su una bomba a orologeria”, soffermandosi con un certo cinismo sulla vicenda delle polizze di Salvatore Romeo – che all’estero sembra aver lasciato interdetti gli osservatori politici ben più dell’arresto di Raffaele Marra o della “strage” di assessori – e sottolineando che “nessuno capace di intendere e di volere” avrebbe potuto assumersi l’onere di amministrare Roma, sottinteso: figuriamoci una persona inesperta come lei. El Pais fa anche notare che, se la Raggi dovesse finire sul banco degli imputati, si aprirebbe una spinosa controversia nell’ambito dell’onestà tanto sbandierata dal M5s. Insomma, i giornali di Francia, Inghilterra, Stati Uniti, Spagna sono unanimi nel verdetto negativo per la Raggi, e in linea di massima sottolineano che il flop della sindaca romana potrebbe aver guastato irrimediabilmente i sogni di gloria del suo partito alle prossime elezioni politiche.
Aspramente criticata dalla stessa stampa estera che l’aveva tanto esaltata ai tempi della vittoria, la sindaca romana parte dunque per gli USA con questo non facile fardello sulle spalle, e sono già in molti a malignare che la trasferta abbreviata non sia per contenere i costi bensì il numero di possibili gaffe diplomatiche che finirebbero per segnare la sua condanna definitiva al cospetto degli osservatori internazionali.