Politica

Referendum? Gasparri 'corregge' Meloni. "Mette i carri davanti ai buoi"

Di Alberto Maggi

Riforme costituzionali, il presidente dei senatori di Forza Italia Maurizio Gasparri ad Affaritaliani.it

"Sia la soglia minima sia il 55% potrebbero in teoria anche non essere inseriti nella Costituzione"

 

"Quasi tutti i testi sono soggetti a modifiche e ritocchi in Parlamento. Ma il tema non è tanto il testo, che va bene. Non va assolutamente toccato il principio dell'elezione diretta del presidente del Consiglio, anche se è giusto confrontarsi in Aula". Così il capogruppo al Senato di Forza Italia Maurizio Gasparri ad Affaritaliani.it dopo le parole di questa mattina di Giorgia Meloni che ha affermato che, di fatto, è quasi certo che si andrà al referendum popolare sul premierato. "Parlare oggi di referendum - sottolinea il presidente dei senatori di Forza Italia - significa mettere file e file di carri davanti ai buoi, si va al referendum se non si raggiunge il quorum dei due terzi in Parlamento. Il tema chiave è che a decidere chi governa deve essere il popolo e non le congiure di Palazzo. Speriamo in una sbalzo di lucidità delle opposizioni che finora hanno dimostrato pretestuose contrarietà".

Alla domanda sul 55% dei seggi a chi vince inserito nel disegno di legge costituzionale, senza però una soglia minima per far scattare il premio di maggioranza, Gasparri risponde: "E' certamente un tema da approfondire. L'attuale Costituzione non contiene la percentuale di seggi che viene lasciata alle leggi elettorali, che sono state più volte modificate e aggiornate. Il senso della riforma è garantire la governabilità a chi vince le elezioni, avendo un numero adeguato di voti che faccia scattare il premio di maggioranza".

Potrebbe essere ad esempio il 40%? "Sono numeri ragionevoli, ma sia la soglia minima sia il 55% potrebbero in teoria anche non essere inseriti nella Costituzione, ma nella legge elettorale. La discussione parlamentare serve proprio per approfondire questi aspetti. L'intento della riforma è quello di rafforzare la democrazia e non di indebolirla. E soprattutto di eliminare le congiure di Palazzo. Il premio di maggioranza dovrà scattare se viene raggiunta una consistente soglia di voti. Certo non il 20%, e lo prendo come caso limite", conclude Gasparri.