Politica
Regionali Lazio: riciccia Pecoraro Scanio per il M5S? Le voci
Pecoraro si è mosso per tempo creando il “Coordinamento 2050”, una scelta furba per proporre al Movimento la gestione dell’Ambiente “chiavi in mano”
Regionali Lazio: Pecoraro Scanio-M5S?
E alla fine c’è il nuovo che avanza. Il Pd affida il coordinamento del comitato elettorale del suo candidato, l’assessore all’Ambiente Alessio D’Amato, al già vetusto governatore del Lazio Piero Badaloni (76), mentre dalle parti dei Cinque Stelle riciccia il nome di Alfonso Pecoraro Scanio, già ministro dell’Ambiente e dell’Agricoltura nei governi Amato e Prodi di inizio secolo. Il M5S attualmente sguazza nella sua acqua naturale, cioè quella dell’opposizione populista che dice “no” a tutto e che vede in primo piano la battaglia contro il termovalorizzatore per Roma, loro lo chiamano apposta “inceneritore,” ma si tratta di cose assai diverse.
Premesso che il termovalorizzatore, come in questo dice giustamente il sindaco Roberto Gualtieri che lo ha proposto, è l’unica soluzione possibile per evitare il ritorno ad una discarica, la battaglia dei Cinque Stelle è caratterizzata dalla solita carica di demagogia ideologia populista. Infatti, non solo Roma ha la bolletta monnezzara tra le più d’Europa, ma porta anche all’estero i suoi rifiuti che ovviamente vengono intelligentemente termovalorizzati dagli scaltri tedesconi che così fanno il doppio colpaccio: producono energia per loro e si fanno pure pagare da quei gonzi degli italiani e più specificatamente dai romani.
È del resto da tempo che Pecoraro gira intorno a Giuseppe Conte e al Movimento Cinque Stelle e addirittura il precedente ministro dell’Ambiente, Sergio Costa era sostanzialmente sua espressione, visto che stava nel suo gabinetto all’Agricoltura. Come erano sua espressione parecchi uomini chiave di quel dicastero che si è contraddistinto come uno dei meno efficaci della storia.
Ora Pecoraro deve aver deciso di scendere in campo in prima persona e così –dopo essere stato vicino alla Raggi nel tentativo fallito della sua riconferma a sindaco-, ora ci riprova direttamente incuneandosi tra D’Amato e Rocca, come terzo incomodo con zero possibilità di farcela ma con la sicurezza di far perdere il Pd come riporta Il Tempo facendo esplicito riferimento a “fonti della Pisana”.
Insomma si tratta di voci e ipotesi, ancora nulla di ufficiale, ma intanto pare che il Movimento non l’abbia presa bene. Il ragionamento che si è fatto è stato più o meno: ma come, non facciamo l’accordo con i democratici e poi ricicliamo un antico ministro di Giuliano Amato e di Romano Prodi che abbiamo sempre criticato? Del resto Conte è stato chiaro con il Pd: “Io non posso accettare che in una lista del Movimento 5 Stelle ci possa essere una persona che deve alla Regione Lazio quasi 300 mila euro perché ha creato un danno erariale accertato dallo Stato”, facendo riferimento ai contenziosi di D’Amato con la Corte dei Conti per la quale ha proposto appello.
Pecoraro si era mosso per tempo creando il “Coordinamento 2050”, che vede aderire, oltre lui, Stefano Fassina, Loredana De Petris e Paolo Cento, insomma la “sinistra verde”.
Una scelta furba per proporre al Movimento la gestione dell’Ambiente “chiavi in mano”, evitando accordi con i “nemici” Angelo Bonelli dei Verdi e Nicola Fratoianni di Sinistra Italiana che sono già in Parlamento. Un modello che se sfumasse la candidatura nel Lazio potrebbe poi essere anche riciclato per il futuro. Una scelta però che non piacerebbe affatto alla base che infatti sui social ha registrato critiche e distinguo. Conte in questo deve stare attento perché un suo eventuale passo falso nel Lazio inficerebbe tutta la sua campagna nazionale mirante a scardinare il Pd e a impossessarsi della leadership del centro – sinistra.