Politica

Renzi ha deciso: elezioni anticipate a ottobre o a marzo


Di Alberto Maggi (@AlbertoMaggi74)


Matteo Renzi ha deciso. Ufficialmente non lo dice, ma lo fa capire tra le righe. La legislatura non durerà fino al 2018. Il presidente del Consiglio si è convinto di andare alle urne per le elezioni politiche il prima possibile. Se riesce già in ottobre, altrimenti nella primavera del prossimo anno. Parlando con i suoi più stretti collaboratori a Palazzo Chigi, il premier non ha usato mezzi termini: "Basta, si va al voto". L'incidente potrebbe essere la legge elettorale. Ma comunque vada la battaglia sull'Italicum alla Camera la strada per le urne è spianata. Se la riforma venisse modificata o addirittura bocciata con il voto segreto, nel caso il governo metta la fiducia, la reazione di Renzi sarebbe immediata: al Colle da Mattarella per le dimissioni e richieste di elezioni anticipate subito dopo l'estate.

Ma anche se l'Italicum dovesse essere approvato (le minoranze dem sono divise e probabilmente non hanno il coraggio di andare fino in fondo) per il premier la legislatura è ormai giunta al capolinea. Con la nuova legge elettorale in vigore e i timidi segnali di ripresa economica (in particolare i primi dati positivi sull'occupazione dopo il Jobs Act) da giocarsi in campagna elettorale per il segretario del Partito Democratico si aprirebbe un'autostrada. Attendere il 2018 sarebbe troppo rischioso e il Centrodestra potrebbe tornare unito tra tre anni. Meglio andare alle urne ora con le opposizioni divise e soprattutto con l'Italicum che prevede il premio alla lista e non alla coalizione. Una norma che complica non poco i piani di Salvini, Berlusconi, Fitto e Meloni. Ci sono poi i conti interni da regolare. Renzi non ne può più di Bersani, Bindi, Fassina, Cuperlo, Civati & company.

L'obiettivo è andare al voto solo con la lista del Pd e non ricandidare nessuno della sinistra interna. Se vogliono - è il ragionamento del premier - si fanno un altro partito con Sel e Rifondazione Comunista. Non solo. Il leader dem punta anche a inglobare in caso di elezioni i Socialisti di Nencini, gli ex montiani di Scelta Civica e soprattutto l'Ncd di Alfano. Una sorta di nuova Democrazia Cristiana, ovvero quel Partito della Nazione sempre più al centro e sempre meno di sinistra. Riformista e liberale. E' evidente che non tutti gli esponenti di Area Popolare accetterebbero di correre nelle liste del Pd. E' probabile che la De Girolamo e i suoi fedelissimi tornino verso Forza Italia. Il dado è tratto e Renzi vuole le urne il prima possibile. I tempi sono importanti e vince chi gioca d'anticipo.