Politica
Riforme, Renzi si gioca tutto. Se saltano il premier si dimette
Di Alberto Maggi (@AlbertoMaggi74)
Le riforme istituzionali sono la madre di tutte la battaglie. In Aula al Senato arriveranno tra settembre e ottobre e si capirà se il governo Renzi va avanti o se si corre alle elezioni (Mattarella permettendo).
Sul ddl Boschi il premier ha intenzione di concedere solo piccole modifiche alla minoranza Pd che non ha alcuna intenzione di votare il provvedimento così come è uscito dalle prime due letture del Parlamento. Bisognerà vedere se alla sinistra dem bastano le correzioni per votare sì a Palazzo Madama.
I dissidenti sono ben 25 e quindi se non ci fosse un'intesa all'interno del Pd non sarebbero sufficienti i voti in Aula dei verdiniani. E una bocciatura delle riforme porterebbe alle dimissioni di Renzi e del suo governo con la richiesta di elezioni anticipate a febbraio 2016.
Per evitare il ritorno alle urne, oltre ad un accordo in extremis nel Pd, c'è anche la possibilità che tutta o una parte di Forza Italia decida di sostenere il ddl Boschi (il famoso Nazareno bis nascosto). Difficile però che Berlusconi possa salvare platealmente Renzi, pena una probabile discesa nei sondaggi di Forza Italia al 5 per cento. Se salta il ddl Boschi Renzi vuole a tutti i costi andare al voto per trasformare le elezioni politiche in un referendum su stesso. Ovviamente nessuno della minoranza dem verrà ricandidato.
Il problema è che si può fare un decreto legge per anticipare l'entrare in vigore dell'Italicum, che sarebbe il primo luglio 2016, ma la nuova legge elettorale vale solo per la Camera e quindi il Senato verrebbe eletto con il Consultellum (il Porcellum corretto). Anche per evitare le urne con una legge elettorale diversa per Montecitorio e Palazzo Madama il presidente della Repubblica, prima di sciogliere le Camere, potrebbe tentare di far nascere un esecutivo a tempo guidato da Graziano Delrio.
Un renziano doc, ma più morbido dell'ex sindaco di Firenze, che potrebbe riunire il Pd (almeno per qualche mese) e coionvolgere perfino Forza Italia. Ma Renzi difficilmente darebbe l'ok a un nuovo governo, anche se guidato da colui che in Parlamento viene definito "il fratello maggiore del segretario dem".