Politica
Renzi (mina vagante) guarda al Centro. Gruppo con gli scontenti di Pd e FI?
Il miraggio persiste da quando la Dc non c'è più
Giovanni Toti, che la tessera di Forza Italia non ce l’ha più mette in guardia che c’è molta gente “là fuori” al centro: “siamo più noi ex forzisti senza tessera che i forzisti con la tessera. Fuori dal partito ci sono tre coordinatori come me, Alfano e Carfagna, ex ministri di peso come Tremonti, ex presidenti del Senato come Pera, più tanti dirigenti, eletti... FI ha due strade davanti: o chiudersi in se stessa come sembra stia facendo, con il motto “meno siamo meglio stiamo” ma senza più la forza di Berlusconi e con il rischio che gli altri vadano verso diversi lidi, o aprirsi a questa area, coinvolgendoci».
Parimenti Maurizio Lupi –“Noi con l’Italia- da sempre cerca di riformare un centro stabile e coeso ed avverte Forza Italia:
“se da FI non arriveranno segnali noi faremo la nostra lista”.
Dal canto suo Antonio Tajani non esclude “singoli accordi” nell’ambito però della presentazione del simbolo “FI-Berlusconi” alle Europee.
Renzi guarda anche alla “destra del Pd” scontenta della segreteria della Schlein e che non si riconosce nelle attuali scelte incentrate sui diritti di genere e non sulle tematiche del lavoro.
L’inevitabile deriva grillina del Pd, sancita peraltro dall’invito a Giuseppe Conte della Schlein alla Festa nazionale dell’Unità di Ravenna, farà perdere altri consensi all’ala riformista e non populista del Partito democratico spingendo transfughi nelle braccia di Matteo Renzi.
A quel punto il gioco sarebbe fatto e già in Parlamento potrebbe nascere un gruppo di sintesi istituzionale tra scontenti sia di destra che di sinistra.
Un gruppo che anticiperebbe poi la formazione di un movimento politico vero e proprio.