Politica
Referendum riforme, Renzi ha paura. Il dietro le quinte
Referendum riforme, sondaggi negativi in mano a Renzi
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Non ci sono più dubbi. Matteo Renzi è molto preoccupato per il referendum sulle riforme di ottobre. A confermalo è lui stesso nella consueta e-news del premier. "Personalizzare lo scontro non è il mio obiettivo, ma quello del fronte del No che, comprensibilmente, sui contenuti si trova un po' a disagio: ma davvero vogliono mantenere tutte queste poltrone? Questo bicameralismo che non volevano nemmeno i costituenti e che furono costretti ad accettare per effetto dei veti incrociati? Questa confusione insopportabile sulla materia concorrente tra Regioni e Stato centrale?", scrive il presidente del Consiglio.
L'obiettivo di Renzi è chiaro e palese: evitare che il voto referendario dell'autunno diventi un voto su se stesso e cercare quindi di riportare il dibattito sui contenuti della riforma. Solo così infatti il premier può avere qualche chance di vincere, altrimenti - come dimostrano gli ultimi sondaggi - a prevalere molto probabilmente sarà il No. Quello del leader del Pd, di fatto, è anche un mea culpa. L'errore è stato affermare in tempi non sospetti che in caso di sconfitta avrebbe lasciato non solo la guida del governo ma addirittura la politica. Il timore è che le opposizioni, seppur divise tra loro, trovino un minimo comun denominatore proprio in un voto contro la persona di Renzi e non tanto contro la riforma costituzionale del Pd e della Boschi.
Il premier ha fatto sapere che "sabato 21 maggio, alle 11, al teatro Sociale di Bergamo inizieremo il nostro cammino verso il referendum di ottobre, inaugurando i primi comitati di semplici cittadini. C'è un'Italia - aggiunge Renzi - che dice Sì e che non vuole fermarsi. Che non vuole tornare alla palude, all'ingovernabilità, agli inciuci. Questa Italia è un'Italia più grande di un singolo partito, di un presidente del Consiglio, di un gruppo di politici. E a questa Italia vogliamo chiedere di darsi da fare. Chiunque potrà aiutare questa gigantesca opera per rendere l'Italia un Paese con meno politici e più politica. Un Paese più semplice e più giusto, tutto qui. Come? Basta un Sì. E non a caso il sito internet che sarà la base del nostro lavoro, da sabato 21 maggio, si chiamerà proprio così: www.bastaunsi.it".
Ma perché queste continue uscite del premier continue uscite del premier a sostegno del Sì al referendum quando tra meno di tre settimane si vota per le Amministrative nelle principali città italiane mentre sulle riforme le urne si apriranno soltanto tra cinque mesi? Il motivo è semplice. Secondo quanto Affaritaliani.it ha appreso da fonti dem, a Palazzo Chigi un sondaggio commissionato da Renzi sul referendum (non quelli usciti finora) dà ora il No avanti di quattro punti (52 a 48%) mentre solo due mesi fa, a marzo, i favorevoli alle riforme del governo Pd erano addirittura il 60%. Ecco perché il cambio di marcia e l'accelerazione sulla campagna mediatica cercando di personalizzare il voto di ottobre.