Politica

Riforma giustizia, qualcosa si muove ma è ancora poco. Ecco le 4 grandi novità

di Paolo Becchi e Giuseppe Palma

L’ultima parola spetta ora al Parlamento, che nell’iter di approvazione della legge potrà emendare il testo, migliorandolo

Intercettazioni

Il ddl prevede che non possano essere pubblicate negli atti di indagine le intercettazioni non rilevanti (esattamente come è adesso), con la novità che tutte le intercettazioni non potranno essere pubblicate neppure dopo il deposito degli atti. La riforma prevede la possibilità di pubblicazione solo se tali intercettazioni sono contenute nelle motivazioni del giudice esplicitate in sentenza. Novità che condividiamo. Non se ne può più della gogna mediatica.

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Se un’intercettazione è meritevole di stampa, a tutela del diritto di cronaca, dovrà risultare da una sentenza (emanata a seguito di tutte le garanzie processuali a difesa dell’imputato) e non semplicemente dagli atti di indagine che, nel processo ordinario, spesso non entrano nel fascicolo del dibattimento senza il necessario consenso delle parti. Il ddl non prevede restrizioni nell’utilizzo delle intercettazioni per fini di indagine e processuali che restano così come sono. Questo a nostro avviso non è condivisibile. Necessitava un intervento più coraggioso che limitasse la possibilità di utilizzare un tale strumento così invasivo, riservandolo solo come extrema ratio.

Abuso d’ufficio

A fronte della evidente sproporzione tra il numero di indagini e il numero di processi che si concludono con una condanna, il ddl abroga il reato di abuso d’ufficio. Tra i più colpiti da tale norma sono i sindaci e gli amministratori locali, che non riescono ad assegnare un appalto, una gara o un incarico diretto senza vedersi querelare per abuso d’ufficio, cui segue un processo lungo anni che si conclude quasi sempre con un’assoluzione. Vita, famiglia e carriera politica rovinate. Non se ne può più. Ma, anche qui, serviva più coraggio. Occorreva intervenire anche sulla legge che consente lo scioglimento di giunte e consigli comunali per infiltrazioni mafiose. Oggi bastano semplici sospetti per poter procedere allo scioglimento, anche in assenza di un procedimento penale a carico del sindaco. Una follia sulla quale occorreva intervenire, e invece niente.