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Politica
Riforma giustizia, qualcosa si muove ma è ancora poco. Ecco le 4 grandi novità
Carlo Nordio

Impugnazione del PM

Il ddl introduce una norma che impedisce l’impugnazione da parte delle Procure delle sentenze di assoluzione dell’imputato, seppur solo per i reati meno gravi. Una novità che dà finalmente piena attuazione al principio dell’onere della prova a carico dell’accusa. Non è accettabile, in un sistema di procedura penale di tipo accusatorio come il nostro, che l’imputato assolto vada nuovamente a processo perché la Procura non è riuscita a dimostrare la sua colpevolezza dopo un intero grado di giudizio. È una misura di civiltà. Ci aveva provato il Governo Berlusconi III con la Legge Pecorella, poi dichiarata incostituzionale su questo tema perché lesiva del principio di parità tra accusa e difesa. Fandonie.

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La Corte costituzionale dovrà rivedere il suo orientamento, per un motivo molto semplice: la parità tra accusa e difesa attiene al processo, dove avvocato e PM hanno i medesimi diritti, ma l’onere della prova – per principio del diritto romano e poi illuministico - non può mai essere a carico dell’imputato. Pertanto, se dopo un intero procedimento il PM non riesce a fornire elementi sufficienti per giungere ad una condanna dell’imputato, l’impugnazione della sentenza di assoluzione da parte delle Procure diventa una vera e propria persecuzione giudiziaria nei confronti dell’imputato.

Quello di Nordio è un disegno di legge e non un decreto-legge. L’ultima parola spetta ora al Parlamento, che nell’iter di approvazione della legge potrà emendare il testo, migliorandolo, si spera con misure garantiste e con nuove disposizioni che incidano nel senso da noi suggerito. Il ddl poteva fare di più. Vedremo se il Parlamento avrà più coraggio del Governo.

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