Politica

Riforme, il Pd scopre le carte: "Ecco la nostra legge elettorale"

Alberto Maggi

Stefano Ceccanti spiega ad Affaritaliani.it il piano dei dem

Quale legge elettorale vuole il Partito Democratico? Che riforme costituzionali intende portare avanti la maggioranza? Come integrare il recente taglio dei parlamentari con la riforma elettorale? Affaritaliani.it lo ha chiesto a Stefano Ceccanti, capogruppo del Pd in commissione Affari Costituzionali alla Camera ed esperto dem di riforme.

Verso quale sistema elettorale si sta orientando la maggioranza di governo?
"La maggioranza di governo ha condiviso un documento unitario che si fa carico dei seri problemi che derivano alla legislazione elettorale dalla riduzione del numero dei parlamentari. In particolare per l'ampiezza dei collegi uninominali che diventa enorme e per i problemi di rappresentatività delle regioni medio-piccole. Per questa ragione tra gli altri impegni immediati entro il mese di ottobre si è impegnato a superare il vincolo costituzionale della base regionale dell'elezione del Senato, in modo da armonizzare il più possibile le leggi elettorali. La maggioranza si è altresì impegnata a presentare una proposta comune sulla legge elettorale per il mese di dicembre. Dentro questo percorso il Pd, che esclude una legge elettorale basata sulla proporzionale pura che si limiterebbe a ratificare la frammentazione, sta ragionando o su un modello di proporzionale selettiva, con alta soglia di sbarramento, o su un modello di proporzionale con premio nazionale di coalizione con doppio turno".

Come integrare la riforma elettorale con il taglio dei parlamentari?
"La riduzione dei parlamentari crea problemi per l'uso dello strumento dei collegi uninominali maggioritari, che diventano troppo ampi per assicurare un rapporto effettivo tar eletti ed elettori e taglia fuori dalla rappresentanza minoranze anche molto consistenti nelle Regioni piccole e medie al Senato. Intanto è importante identificare questi problemi, a cui sono immaginabili soluzioni diverse, da chiarire entro dicembre".

Quali modifiche alla Costituzione proporrà il Partito Democratico?
"L'intera maggioranza di governo ha concordato tre modifiche precise e condivise per il mese di ottobre.
La prima è di uniformare gli elettorati attivo e passivo del Senato a quelli della Camera (18 e 25 anni). La riforma dell'elettorato attivo era già stata approvata alla Camera ed è in corso di esame al Senato.
La seconda, convergente nella prima nell'obiettivo di armonizzare sempre più le due leggi elettorali, è quella del superamento della base regionale del Senato. La terza è la riduzione di un terzo dei delegati regionali per l'elezione del Presidente della Repubblica, in modo da riportare gli equilibri con i parlamentari a quelli tradizionali. La maggioranza poi si è impegnata a riflettere su altri due aspetti costituzionali per il mese di dicembre: il ruolo del Parlamento nell'approvazione delle leggi relative all'autonomia differenziata con l'apertura in quei casi alla presenza dei presidenti di Regione e il rapporto di fiducia tra Parlamento e governo, valutando se prevedere la fiducia inziale e la mozione di sfiducia costruttiva a Camere riunite".