Politica

Riforme, maggioranza in alto mare. Nodi rinviati a Conte e ai leader

Ennesimo nulla di fatto nel vertice tra i partiti di governo

Scoppia l'ennesima grana per il governo. con il nuovo nulla di fatto al tavolo di maggioranza sulle riforme. Le diverse posizioni di Pd, Leu, Iv e M5S, viene riferito, restano immutate tanto che alla fine della riunione odierna si è deciso - "o meglio, constatato" viene spiegato da fonti di maggioranza - che il nodo è politico e quindi dovranno essere i leader e il presidente del Consiglio a tentare di sbrogliare la matassa. Dalla riunione, riferiscono fonti governative, è emersa la necessità di approfondire alcune questioni con i leader della maggioranza e il presidente del Consiglio, che il ministro D'Incà si è riservato di informare tempestivamente.

I nodi, "politici piu' che tecnici", che continuano a bloccare il tavolo di maggioranza sulle Riforme sono sempre gli stessi: superamento del bicameralismo paritario prima della legge elettorale, come chiede da mesi Italia viva, scontrandosi con il no netto di M5s e Leu - entrambi contrari a una riforma ampia della Carta - e le perplessita' del Pd, che pure e' favorevole a mettere mano all'attuale assetto, avendo proposto una riforma che prevede anche la sfiducia costruttiva, ma che suggerisce intanto di andare avanti con il cantiere gia' aperto, in maniera graduale. Non solo, i renziani insistono anche sulla riforma del Titolo V, con l'inserimento della clausola di supremazia.

A determinare "lo stallo totale", come viene definita la situazione, e' anche la legge elettorale: non c'e' intesa sulle preferenze ne' sulla soglia di sbarramento. Pd e Leu, e anche M5s, hanno comunque insistito sulla necessita' di riprendere l'iter delle Riforme gia' avviate in parlamento, ma anche su questo punto non si e' registrato alcun passo avanti. Insomma, non si apre nemmeno uno spiraglio che possa far intravedere una via d'uscita all'impasse, tanto che la riunione odierna del tavolo di maggioranza sulle Riforme dura neanche un'ora. L'unico punto che trova tutti d'accodo e' che i nodi sono politici e, quindi, tocca al premier Conte e ai leader trovare una soluzione.