Politica

Roma, Pd 'scommette' sulle dimissioni di Marino. Sondaggi per dopo

Ignazio Marino non ritirera' le sue dimissioni. "Confidiamo che Marino non voglia mettere in ginocchio la Capitale con una scelta che, arrivati a questo punto, non avrebbe senso", spiegano fonti della maggioranza dem: "Ritirare le dimissioni significherebbe danneggiare gravemente i cittadini romani con ulteriori 20 giorni di non governo". Il partito del Nazareno scommette, quindi, sul fatto che il sindaco di Roma possa confermare il passo indietro. E sarebbero gia' partiti i primi 'sondaggi' per il dopo. Fonti parlamentari riferiscono di contatti avviati dal premier. Si fanno i nomi delle ministre Marianna Madia e Beatrice Lorenzin.

Marino, argomentano fonti dem, vuole 'aprire' un canale di dialogo con Matteo Renzi, concordare la via d'uscita e i prossimi passaggi per la citta', partendo da un chiarimento su quanto e' successo. Del resto, viene fatto osservare, i numeri in Campidoglio sono chiari, anche se la prospettiva di vedere i consiglieri Pd sfiduciare in Aula il proprio sindaco non lascia indifferenti. Si tratterebbe di un fatto senza precedenti, "che potrebbe compromettere il futuro del partito romano", ragiona un deputato del Pd. Marino ne e' consapevole, "forse e' sopra le righe, un marziano, ma non e' stupido", riflettono ancora le stesse fonti, "e sa che in caso di uno strappo tanto traumatico non ci sarebbero ingressi secondari per rientrare".

Meglio per il sindaco, allora, cercare di capitalizzare quanto 'costruito' fino ad ora. Sembra un paradosso, ma il sindaco di Roma - rimarca un altro parlamentare dem - e' ormai visto dentro e fuori il partito come l'unico che si e' dimostrato in grado di tenere testa a Renzi.

Una figura - aggiunge la stessa fonte - che potrebbe tornare utile anche in chiave congressuale: nel 2017, a pochi mesi dalle politiche e con le amministrative alle spalle, Renzi potrebbe ritrovarsi un partito dagli equilibri diversi da quelli di oggi. Cio' che renderebbe possibile, in vista del rinnovo della composizione del Parlamento, candidature che oggi sembrano impossibili. E' con questa chiave che vengono letti anche i contatti dei giorni scorsi tra Ignazio Marino e Pierluigi Bersani. "La sinistra Pd non vede una ricaduta nazionale tra quello che avviene a Roma", spiega pero' un esponente della minoranza dem: "La questione riguarda i soli Renzi, Marino e Orfini". Del resto l'ex segretario del Pd e' stato chiaro: "Marino deve fare cio' che si sente. Serviva un confronto, cosi' si raccoglie tempesta".