Politica
Romagna libera e indipendente. Una Regione che esiste da secoli
Secessione dall'Emilia, il progetto su Affaritaliani.it
"La cosa che più mi ha dato fastidio nelle reazioni alla proposta di una referedum consultivo sulla Regione Romagna autonoma dall'Emilia è il deficit di democrazia dimostrato dal Partito Democratico in generale e l'ipocrisia e la banalizzazione del Pd Romagnolo: imbarazzante. A questi ipocriti dovrebbe essergli negato l'uso dell'aggettivo democratico nel nome, non ne hanno alcun diritto visto come si atteggiano arrogantemente pensando di essere i padroni del mondo anche se Bonaccini & company rappresentano, a conti fatti, poco meno del 18 % dell'intero corpo elettorale"
Inizia cosi l'analisi a freddo dopo una settimana caldissima sul tema dell'autonomia fiscale e dell'autodereminazione da parte del deputato romagnolo della Lega Nord Padania Gianluca Pini, lo stesso che nei giorni scorsi, sull'onda dei referedum per autonomia di Lombardia e Veneto aveva lanciato la proposta, prontamente raccolta dai sui consiglieri in Assemblea Legislativa Regionale, non solo di far votare anche gli emiliani ed i Romagnoli assieme ai Lombardi ed ai veneti il 22 ottobre per trattenre sul territorio almeno I due trezi delle tasse che I cittadini emiliani e romagnili pagano, ma anche di far esprimere i soli Romagnoli sul tema dell'indipendenza della loro terra rispetto all'Emilia.
"La Romagna esiste dai tempi di Carlo Magno - spiega Pini - l'Emilia è una invenzione geografica moderna di Carlo Alberto Farini strumentale a trovare una pace tra i vari terriori a nord del senio e a sud del Po. Gia nella costituente si era tenuto conto della specialità della Romagna e solo per una ripicca rispetto all'animo indipendentista dei romagnoli ci fu negata la dignità di un territorio autonomo. Ora i tempi sono cambiati e quello che i costutuenti in maniera truffaldina ci tolsero nel 1946, I romagnoli sono pronti a riprenderselo in maniera democratica. Perchè la nostra non è una imposizione, ma una proposta che chiediamo di sottoporre, democraticamente, al voto popolare. Se qualcuno come il PD ha paura del voto, sappia che si sta scavando la propria fossa politica: quando si muove un popolo che ha una propria identità e si sente derubato e trattato come se fosse un suddito, la storia cambia, a presindere dalle pirlate che senton dire da parte degli esponenti del PD".

Pini infatti contesta duramente la narrativa del PD secondo la quale Emilia e Romagna unite sono più forti "Le economie della Romagna e dell'Emilia sono strutturamente diverse, cosí come la basi sociali e culturali e storiche. Siamo diversi, siamo indipendenti gli uni dagli altri. I confini fissati dalla Costituzione sono stati un atto violento mirato a cancellare una storia millenaria di unità dei territori romagnoli, che han sempre fatto paura a chi governa per la loro forte affinità culturale; per Roma noi siamo sempre stati un problema, e lo saremo ancora, ma i tenpi sono maturi per riprenderci, democraticamente, quell'autonomia che sentiamo ogni giorno più necessaria. Bologna ha letteralmente saccheggiato i territori romagnoli a suo vantaggio, chiudendo infrastutture fondamentali all'economia, dismettendo investimenti, tralasciando programmazioni strategiche. Nonostante tutto l'economia, grazie ai piccoli imprenditori e non certo grazie al Bonaccini o a Renzi funziona perchè il tessuto è sano. Sano ma stanco di essere succube di Bologna. Mi vien da ridere quano leggo certi scappati di casa come il segretario del PD regionale che afferamno che il turismo nel 2017 è cresciuto perchè la regione è unita; a parte che lui capisce di turismo quanto io di aramaico, il turismo nella riviera Romagnola è cresciuto grazie alla capacità di fare impresa dei nostri operatori, e ciò nonostante il giverno da 3 anni ancora non abbia risolto la questione della bolkestien e non abbia speso un centesimo per la messa in sicurezza del sistema viario. Senza dimenticare che la congiuntura internazionale legata al rischio terrorismo ha trattenuto sul territorio molta gente: il + 25 % delle presenze sulla costa Romagnola è frutto del combinato diposto della nostra capacità di offrire un sistema attrattivo ad una clientela sempre più spaventata di viaggi all'estero, altro che regionalismo unitario"
Il deputato romagnolo della Lega Nord Padania non dimentica, al netto delle questioni identitarie, la base di ogni ragionamento legata all'autonomia della Romagna "essere autonomi ed ottenere un riconoscimento di specialità della Romagna significherebbe poter trattenere sul nostro territorio almeno i due terzi delle tasse che ogni anno paghiamo e che finiscono nella palude romana. Siamo un territorio virtuoso in quanto spesa pubblica, potremmo essere la svizzera della Padania trattenendo anche solo la metà del residuo fiscale che Roma ci fotte ogni anno, oltre 25 miliardi di euro su una base di bilancio regionale di meno di 12.."
Pini ammette che "non sarà facile, gli ulema del PD stanno facendo carte false con i media per raccontare che va tutto bene cosí e non bisogna cambiare solo perchè ci sono interessi particolari della sinistra a tenere un piede sul collo alla tigra romagnola" Ma la gente, è sicuro Pini "non è stupida, ha capito che la svolta autonomista di Lombardia e Veneto supportata da una legittimazione popolare di un voto referendario può essere la chiave di volta per cambiare le sorti sia dell'Emilia che della Romagna" perchè come assicura il deputato romagnolo " il tempo delle favole raccontate dal PD è finito: la crisi economica ha mostrato tutte la loro incapacità ed i loro limiti di grigi burocrati di partito che non hanno mai visto un giorno di vero lavoro in vita loro: ora tocca alla nuova classe dirigente, leghista e non, a traghettare l'emilia e la Romagna nel futuro".