Politica
Renzi al Riformista e licenziamenti all'Unità: per Romeo effetto De Benedetti
Dopo la nomina di Renzi a direttore de Il Riformista, l'editore Romeo avvia i licenziamenti all'Unità. Un classico per la sinistra
Ma per fare la manovra Romeo, che è avveduto imprenditore, due conti della serva se li deve essere fatti, al di là degli attacchi di democrazite a cui è stato soggetto e quindi avrà pensato che se deve far spazio al miracolo di Renzi giornalista e si deve tenere sul groppone pure Sansonetti che a sua volta tiene famiglia, a qualcuno la fregatura la doveva pur rifilare per fare quadrare i conti e così ha pensato bene di martellare la ruota più debole del carro che – come al solito - sono i giornalisti (dell’Unità) che sono stati selvaggiamente licenziati.
Chissà che ne penserebbe il povero Antonio Gramsci che lo fondò nel 1924 proprio per tutelare i lavoratori. E così il Cdr de l’Unità ha scritto una nota infuocata, riportata pure dal sito nazionale dell’Ordine dei Giornalisti: “Il 18 aprile l’Unità tornerà in edicola. Ma senza le giornaliste e i giornalisti che la storica testata della sinistra hanno difeso e fatto vivere anche negli anni bui e dolorosi della sua chiusura. In questo nuovo progetto editoriale noi, lavoratori dell’Unità licenziati nei giorni scorsi dal curatore fallimentare, semplicemente non esistiamo. Cancellati»
E poi ancora viene dato sfogo al legittimo risentimento: “Il direttore designato Piero Sansonetti dirigerà un giornale realizzato, sia nella parte cartacea che in quella online, dai redattori de Il Riformista. I giornalisti e i poligrafici dell’Unità non saranno della partita. Viene, infatti, ignorata una questione cruciale, sancita da sentenze che fanno giurisprudenza: la testata sono anche i suoi lavoratori. Un legame indissolubile. Il 18 aprile semplicemente Il Riformista cambierà nome e si chiamerà l’Unità. Questo è il progetto, sicuramente inedito».
E poi l’attacco anche al Partito democratico che fa orecchie da mercante (sai che novità): “Il 3 giugno 2017 l’Unità è stata chiusa per le scellerate scelte dell’editore Pessina, nel silenzio complice del Partito Democratico che ne deteneva una quota e alla quale ha poi rinunciato senza darne neanche comunicazione al Cdr. Nel frattempo, parliamo di un arco di tempo lungo 6 anni, si sono perse le tracce dell’archivio storico e di quello fotografico, patrimonio di questo Paese che, grazie alla nostra collaborazione e al nostro impegno, nei mesi scorsi sono stati indicati alla curatela fallimentare e ritrovati. Apprendiamo ora che anche l’archivio online è stato ceduto con la testata e appartiene al nuovo editore».
Insomma, proprio una bella sorpresa hanno confezionato nell’uovo di Pasqua Renzi, Romeo e Sansonetti, con quest’ultimo, non dimentichiamolo, sempre in prima fila a blaterare di “ultimi del mondo” e “poveri”. Invece che occuparsi dei massimi sistemi guardi, il Sansonetti, piuttosto quello che succede ad un palmo dal suo naso e si metta nei panni dei giornalisti e delle famiglie che hanno ricevuto l’ennesima beffa proprio dalla sinistra ed ora sono in mezzo ad una strada.