Politica

Santanchè, Meloni: "Riferisca in Aula". Quel manager in Cig pagato dal Senato

La ministra: "Vado a riferire anche se FdI me lo ha sconsigliato". Nuovi dettagli dall'indagine della Gdf

Caso Santanchè, Meloni rompe il silenzio

"Se sarà formalizzata la richiesta di riferire in Parlamento sarò fiera e orgogliosa di farlo". Daniela Santanchè lo ha dichiarato a margine di un evento a Ischia di Ecr Party sul turismo, dopo che Giorgia Meloni ha dato un'indicazione in tal senso. Racconta Repubblica: "Troppo forte il pressing delle opposizioni che hanno elevato il livello dello scontro, chiamandola direttamente in causa. Troppo alto il rischio di nuovi sviluppi delle inchieste, giudiziarie e giornalistiche, che in assenza di una reazione potrebbero mettere ancor più in difficoltà la presidente del Consiglio. È necessario uscire dall’angolo per allontanare ogni ombra da sé e dal suo partito, anche a costo di sbrecciare il muro eretto da Fratelli d’Italia a salvaguardia della ministra, che fa buon viso a cattivo gioco".

Secondo il racconto di Repubblica, "prima Meloni sente Santanché per chiederle se è disposta a presentarsi alle Camere. Quindi rompe il blackout comunicativo durato per quattro lunghissimi giorni: «Io penso che non ci sia nessun problema a riferire», ammette la capa del governo. «È una richiesta legittima del Parlamento, sono contenta che il ministro Santanché abbia dato la sua disponibilità. L’ho vista tranquilla in queste ore, come sono tranquilla io»". 

"Il manager in cassa integrazione veniva pagato anche dal Senato"

Sempre Repubblica racconta alcuni dettagli delle indagini della Guardia di Finanza. La vicenda della causa di lavoro, riportata dal Fatto quotidiano, riguarda un ex dirigente di Visibilia messo in cassa integrazione a zero ore durante l’epoca Covid con i fondi dello Stato stanziati dal governo Conte (attaccato in televisione più volte dalla Santanché per non aiutare gli imprenditori nell’emergenza sanitaria).

"Con la Cassa integrazione a zero ore lo Stato si impegna a pagare la quasi totalità dello stipendio di un lavoratore, a patto però che l’attività del dipendente venga sospesa. Invece il dirigente avrebbe continuato a lavorare per Visibilia", scrive Repubblica. Ma c’è di più: nello stesso periodo, secondo quanto riportato dal Fatto quotidiano in diversi articoli (mai smentiti dagli interessanti formalmente), avrebbe lavorato anche con fatture pagate dal gruppo di Fratelli d’Italia al Senato e sarebbe stato “assegnato” all’allora senatore Ignazio La Russa. La causa è ancora in corso a Roma, ma secondo quanto ricostruito anche da Report ci sarebbero altri casi di dipendenti messi in cassa integrazione dalle aziende Visibilia di Santanché e che avrebbero continuato a lavorare. Fonti vicine a La Russa fanno sapere a Repubblica che "nessun dipendente ha mai lavorato avendo problemi di incompatibilità con la cassa integrazione".