Politica
Schlein ha visto Draghi per mettere il cappello sull'ex premier che in Europa farà scudo alle politiche di Trump
La leader del Pd non vuole lasciare SuperMario solo a Meloni
SuperMario, infatti, considerando anche la grave crisi politica ed economica di Germania e Francia, è una sorta di baluardo dell'Unione europea nel difficilissimo rapporto che ci sarà ora con gli Usa a guida Trump
Ha destato stupore e ha sollevato non pochi interrogativi l'incontro tra la segretaria del Partito Democratico Elly Schlein e l'ex presidente del Consiglio Mario Draghi. In molti si sono chiesti perché la leader abbia voluto un faccia a faccia con SuperMario. La lettura politica ed economica che danno fonti del Nazareno è che Schlein non vuole lasciare solo a Giorgia Meloni, che già aveva visto delle scorse settimane Draghi, il dialogo e il rapporto con l'ex numero uno della Bce ora che negli Stati Uniti c'è stata la svolta con la vittoria di Donald Trump.
SuperMario, infatti, considerando anche la grave crisi politica ed economica di Germania e Francia, è una sorta di baluardo dell'Unione europea (come dimostra oggi la sua presenza al vertice europeo di Budapest) nel difficilissimo rapporto che ci sarà ora con gli Usa a guida Trump, considerando soprattutto l'ipotesi assai probabile di dazi e guerra commerciale. Draghi, di idee politiche ed economiche diametralmente opposte a quelle del tycoon Usa, potrebbe essere un faro per l'Europa nella nuova sfida con l'America di destra. E Schlein - visto che il Pd ha sostenuto Draghi premier convintamente, anche se non era lei la segretaria - ha voluto in qualche modo metterci il cappello e non lasciare solo alla premier il dialogo con SuperMario.
Le parole di Mario Draghi dopo l'elezione di Donald Trump presidente Usa - "Mi auguro che ritroveremo uno spirito unitario con cui riusciremo a, come dire, trovare il meglio da questi grandi cambiamenti. Andare in ordine sparso? Siamo troppo piccoli, non si va da nessuna parte. L'Unione Europea e' pronta a una eventuale guerra commerciale con gli Stati Uniti? Ho appena detto che bisogna negoziare con l'alleato americano, in maniera tale da proteggere anche i nostri produttori europei". Mario Draghi lo dice rispondendo alle domande dei giornalisti al vertice di Budapest e osserva che le indicazioni del Rapporto sulla competitivita' in Europa, "gia' urgenti, data la situazione economica in cui siamo oggi", ora "sono diventate ancora piu' urgenti dopo le elezioni negli Stati Uniti", perche', avverte "non c'e' alcun dubbio che la presidenza Trump fara' grande differenza nelle relazioni tra gli Stati Uniti e l'Europa". "Non necessariamente - osserva l'ex presidente del Consiglio - tutto in senso negativo, ma certamente noi dovremmo prenderne atto. Dal punto di vista della prospettiva del Rapporto, quindi del rilancio della competizione in Europa, un paio di cose che vengono in mente sono che questa amministrazione sicuramente dara' grande impulso ulteriore al settore tecnologico, al cosiddetto high tech, dove noi siamo gia' molto indietro e questo e' il settore trainante della produttivita'". "Gia' ora - riocrda Draghi - la differenza della produttivita' tra gli Stati Uniti e l'Europa e' molto ampia, quindi noi dovremmo in un certo senso agire e gran parte delle indicazioni del Rapporto vanno proprio solo su questo tema". "L'altro esempio - rileva - e' che sicuramente si sa poco cose di quello che succedera' esattamente, ma una sembra piu' sicura delle altre, e cioe' che Trump tanto impulso lo dara' nei settori innovativi e tanto proteggera' le industrie tradizionali, che sono proprio le industrie dove noi esportiamo di piu' negli Stati Uniti". "Quindi - e' la via indicata da Draghi - li' dovremo negoziare con l'alleato americano, con uno spirito unitario in maniera tale da proteggere anche i nostri produttori europei".
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