Politica

Sindaci, su Roma il 5s potrebbe mollare Raggi. E Calenda non mollerà Bruxelles

Di Pietro Mancini

Il ministro degli Esteri, Di Maio, qualora avesse voluto esternare il suo sostegno alla ricandidatura di Raggi, molto difficilmente, avrebbe detto: “Non mi fossilizzerei sul nome di Virginia”. Fossilizzarsi, sul dizionario Garzanti: “diventare fossile, radicarsi su posizioni o idee antiquate, arretrate”. E, obiettivamente, la prima cittadina di Roma - la cui sindacatura ha deluso la maggioranza dei romani - non può essere definita una amministratrice arretrata e antiquata.

Il non detto, da Di Maio, è: se proprio devo mollare Virginia, il PD mi deve “pagare” assai per fare un’alleanza, in tutto il territorio nazionale. Altrimenti, cosa vorrebbe dire “non fossilizzarsi su qualcuno” se non essere pronti a rapidi scambi di poltrone? Insomma, Alessandro Di Battista non ha torto: I Cinque stelle ricordano, sempre di più, il partitino-famiglia di Clemente e Sandra Mastella. E i romani, delusi dalla gestione della signora grillina? Direbbe Giuseppe Gioacchino Belli (1791-1863): “Se grattano...”.

Quanto a Carlo Calenda-che, negli ultimi 2 anni, aveva detto che non si sarebbe mai candidato a Roma - difficilmente, lascerà la poltrona e lo stipendione di europarlamentare. L’ex ministro, del PD, ricorda Bene il monito di Indro Montanelli: “attenti a minacciare le dimissioni! Talvolta, potrebbero accettarle! “.