Sinistra tra scissioni e liti. Addio a LeU. Il caso e i nomi
Liberi e Uguali di Grasso, Boldrini, D'Alema e Bersani avrebbe dovuto superare il 10% e diventare la Syriza italiana. La realtà è ben diversa
Sembra una commendia tragicomica. E invece è la polverizzazione della sinistra, ovvero di quel mondo, piccolo ma molto litigioso, che sta alla sinistra del Partito Democratico. Liberi e Uguali di Grasso, Boldrini, D'Alema e Bersani avrebbe dovuto superare il 10% e diventare la Syriza italiana. La realtà è ben diversa. L'ultimo colpo di scena in ordine di tempo è la decisione di Sinistra Italiana di Fratoianni e Palazzotti (ufficialmente anche Fassina è con SI ma non condivide in pieno la nuova avventura) di lasciare LeU per un'alleanza con Rifondazione Comunista che, insieme al sindaco di Napoli De Magistris, daranno vita ad una lista arcobaleno per le prossime elezioni europee.
Ma Rifondazione non era dentro Potere al Popolo? Esatto, peccato che gli eredi di Bertinotti abbiano anche loro divorziato lasciando PaP a qualche sindacalista di estrema sinistra (come Giorgio Cremaschi) e ai centri sociali, soprattutto napoletani. Il problema per Liberi e Uguali, che nel frattempo ha visto l'uscita della Boldrini (che ha lanciato una sua fondazione) e di Civati (tornato ad essere leader di Possibile), è che il simbolo era condiviso con Sinistra Italiana che sicuramente si opporrà all'utilizzo alle Europee. E quindi Grasso, rimasto forse l'unico a credere al progetto di LeU, dovrà inventarsi dell'altro per l'appuntamento con le urne di fine maggio 2019.
In questo quadro di polverizzazione non vanno dimenticati i vari partiti comunisti tra i quali il principale è certamente quello di Marco Rizzo. Per tutti il problema sarà la raccolta delle firme (la legge su questo punto è molto dura e stringente) che rischia di non far nemmeno partecipare alle elezioni molti protagonisti della diaspora della sinistra. Figuriamoci raggiungere lo sbarramento del 4%... Appunto, una commedia tragicomica.
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