Politica
Il sistema malsano del governo dei leader
Ad ogni livello istituzionale, il sistema valoriale collettivo dei partiti è spesso oscurato da singole leadership. Ma questo è un enorme problema. Il commento

Il sistema malsano del governo dei leader
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Non sono sistemi sani quelli in cui è un uomo che decide il futuro di una nazione, di una regione, di un comune. Vale per il Paese, vale per la Regione Campania e la Regione Veneto, vale per i tanti comuni in cui alcuni sindaci hanno un consenso talmente ampio da diventare più importanti dei partiti. Perché lo dico? Perché i partiti sono importanti. Il loro sistema valoriale collettivo è importante. Che cosa è un sistema valoriale collettivo? Di fatto è la spina dorsale della nostra democrazia. È l’insieme di valori non negoziabili che costituisce un gruppo. Per esempio, l’Atlantismo e l’ europeismo per Forza Italia, l’autonomia per la Lega, il conservatorismo di destra per FDI. E ancora: la giustizia sociale per il Pd, e via discorrendo.
Le contraddizioni di un sistema politico coeso solo dalla leadership
Il problema è che oggi questi sistemi valoriali sono deboli, contraddittori. C’è il tentativo non di tenere coeso il gruppo in base a quello in cui si crede, ma in base al capo che guida. È l’eccellenza del leader che fa vincere le elezioni, ed è un enorme problema. Perché quello in cui il gruppo crede conta meno di quello in cui crede il leader. Se domattina la Meloni diventasse putiniana, cosa della quale dubito, FDI diventerebbe putiniana. Così come il Pd di Renzi era filo israeliano e adesso quello di Schlein è proPal. In mezzo però ci sono gli elettori, che stufi delle mille giravolte hanno smesso di credere ai partiti e provano con le persone. Ora questa, ora quella, in un balletto impazzito che non pare avere fine. E che crea dei viceré, come in Campania, che possono agire al di sopra dei valori dei partiti perché di fatto essi stessi si sono fatti partito. Non bene.