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Politica
Soumahoro rischia il posto, giudici: "Raccolta fondi irregolare con Postepay"

Soumahoro e i conti per la campagna elettorale che non tornano. Rischia il posto in Parlamento

Aboubakar Soumahoro rischia di perdere il posto da parlamentare. I giudici di Bologna hanno analizzato i suoi movimenti di denaro relativi alla raccolta fondi per la campagna elettorale riscontrando irregolarità. I magistrati contestano al deputato ex Sinistra Italiana e Verdi e ora nel gruppo Misto: la nomina tardiva del mandatario, la Postepay, l’opacità dei finanziatori. Il collegio regionale di garanzia elettorale della Corte d’Appello - si legge su La Verità - ha riscontrato nove violazioni della legge sulle urne. Tra cui la nomina tardiva del mandatario elettorale e l’opacità dei suoi finanziatori. Nel documento del collegio composto da sette giudici si legge che l’interlocuzione con l’eletto va avanti dal 31 marzo scorso. E nella lista dei movimenti, ci sono prelievi in contanti non giustificati e operazioni estranee al finanziamento della campagna. Tanto da rendere così possibile la decadenza dalla Camera dei Deputati, sulla quale dovrà decidere la Giunta di Montecitorio.

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La prima contestazione riguarda la violazione della legge del 1993 sul mandatario. Ovvero la persona incaricata di tenere i conti della campagna elettorale. La sua nomina deve avvenire il giorno successivo all’indizione delle elezioni politiche. E quella di Stefano Manicardi, consigliere comunale del Partito Democratico a Modena, "non risulta tempestiva e rituale. Il modulo è stato depositato nel mese di gennaio 2023". Ovvero quattro mesi dopo la proclamazione dell’elezione. L'accusa principale però riguarda i soldi. Il primo problema, secondo i giudici, è che "non risulta aperto alcun conto bancario o postale destinato alla raccolta fondi".

Il candidato - prosegue La Verità - ha infatti utilizzato una carta Postepay intestata al consigliere. Il 27 luglio 2023 Soumahoro ha risposto alle accuse in una memoria alla Corte. Per quanto riguarda il mandatario, ammette il "lieve" ritardo ma la firma "copre l’intero periodo elettorale". Il deputato ha poi usato la Postepay invece del conto corrente "in buona fede, visto che è ritenuta equivalente al conto corrente". E i movimenti si possono tracciare nello stesso modo. Soumahoro parla di irregolarità formali mentre, dice, i movimenti li ha regolarmente contabilizzati. I finanziamenti dai partiti li ha acquisiti con un metodo "alternativo" ma non "illecito". A quel punto i giudici nell’ordinanza del 29 settembre osservano che "gli argomenti del candidato non inficiano nel merito la fondatezza di tutte le contestazioni". Inflitta una multa di 40mila €, ora la decisione sul suo futuro da parlamentare spetta alla Camera.

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