Spadaro, twittatore seriale e Trump d’Oltretevere
Le influenze del "Direttore Nero" sulla politica italiana
Padre Antonio Spadaro da Messina è un gesuita (come il Papa) teologo, con laurea in filosofia e, soprattutto, è il direttore dal 2011 de La Civiltà Cattolica e cioè la fonte ufficiale del Vaticano e del Papa stesso, visto che per uscire ha bisogno dell’imprimatur di Oltretevere per essere pubblicato.
Spadaro è un tipo sornione e furbo, il cui spirito aleggia tra il visibile e l’invisibile nelle Sacre Stanze ed è considerato una sorta di guru papale, di ispiratore, di dinamo apostolica, di stratega.
Personaggio iperattivo, seppur protetto dal naturale savoir-faire gesuitico, fonda nel 1998 “BombaCarta”, un progetto editoriale multimediale rivoluzionario nella tradizionale palude cattolica, che lo metta in luce.
Da quando Bergoglio è diventato Papa si è lanciato al servizio totale del Pontefice gestendone, di fatto, il pensiero presso i media.
E forse Padre Spadaro ci ha preso gusto e, libero da quel minimo di legacci e cautele che sono dovute pur sempre ad un Papa, ha cominciato a calcare la mano, mosso da un istinto irrefrenabile di protagonismo mediatico.
A Padre Spadaro piace la politica, inutile nasconderlo. E pur essendo un gesuita gli piace quella progressista e quindi da quando c’è il governo giallo-verde si è messo di traverso su tutto a cominciare dalla critica a Matteo Salvini e alla Lega sui crocefissi e sul Vangelo.
Critica di “utilizzo improprio” che suona quanto meno singolare in una Chiesa sempre più politicizzata che vuole influire senza il consenso elettorale nei fatti del mondo.
Matteo Salvini è un cattolico e pure praticante; potrà non piacere al “Direttore Nero” gesuita, ma ne deve prendere atto e accettarlo.
La Chiesa ha schierato da tempo la sua flotta mediatica, da Famiglia Cristiana, ad Avvenire, all’ Osservatore Romano contro il governo e specificatamente contro Salvini e la regia si trova altrove, proprio nel curato messinese.
Twittatore seriale e infaticabile, un vero Trump d’Oltretevere, nelle ultime ore sta inondando il web di foto del viaggio del Papa in Irlanda, con tanto di cartine del viaggio e di immagini del “posto del Papa sull’aereo”, come uno scolaretto in gita di piacere. Prima aveva avuto modo di criticare, con ammonimenti intrusivi e poco rispettosi della laicità dello Stato, il rimpallo di responsabilità della politica nel crollo di Genova e naturalmente segue con attenzione la vicenda della nave Diciotti nel porto di Catania non mancando giornalieri predicozzi basati su furbi rilanci dei Tweet di Roberto Fico, ormai alleato naturale del Vaticano.
La Verità, lo ha beccato a condividere (di nuovo) su Twitter la vignetta de Il Manifesto che equipara la tragedia di Genova alla vicenda di Catania, cosa che ha provocato indignazione sul social verso il prelato.
Spadaro in questa critica al governo è coadiuvato dall’ex direttore di Civiltà Cattolica, che per ironia della sorte si chiama Giampaolo Salvini, gran propugnatore delle Ong salva(?)-migranti.
Spadaro fa politica e la fa in continuazione facendo finta di non farla: i suoi twitter sono considerati come espressione diretta del Papa, come quando elogia il Presidente Mattarella, o Roberto Fico, o attacca il “Vangelo della Prosperità” dalle pagine di Civiltà Cattolica, come se la ricchezza fosse in sé negativa e tutti dovessero essere poveri e infelici.
Una visione pauperistica, antiquata, demagogica, che esalta una “cultura del dolore” invece che la gioia e la prosperità.