Politica
Stefano Parisi è il candidato dl centro - destra nel Lazio. Pirozzi ora è solo
Stefano Parisi unisce il centro-destra. Pirozzi resta solo
E alla fine la tanto attesa decisione è arrivata; il centro - destra ha trovato la sua quadra e l’ha trovata proprio nel Lazio, convergendo per le regionali su Stefano Parisi, imprenditore ed ex candidato, sempre per il centro - destra, a Sindaco di Milano, sconfitto da Giuseppe Sala.
La scelta di Parisi è appropriata perché è una decisione che, come ha fatto notare Giorgia Meloni, permette di ottenere due scopi: il primo è quello di neutralizzare la candidatura di Sergio Pirozzi, il sindaco “scarpone” di Amatrice e poi permette alla coalizione di non avere concorrenti a livello nazionale che le possano sottrarre voti.
C’è da dire che Pirozzi, appoggiato dai Sovranisti di Francesco Storace e Gianni Alemanno, si è improvvisamente trasformato da possibile risorsa a grande problema per il centro - destra in generale e per Fratelli d’Italia in particolare, visto che il sindaco di Amatrice fa riferimento proprio a quell’area politica e la sua pervicace intransigenza ha cominciato ad attirare accuse di opportunismo politico su un dramma che è stato quello del terremoto e che è ancora molto lontano dalla risoluzione. Il Sindaco, questo il ragionamento, farebbe meglio ad occuparsi della ricostruzione e dei tanti problemi ancora non risolti del suo territorio invece che cercare la gloria altrove.
Pirozzi invece ha continuato a giocare la sua mano di poker convinto di poter vincere e cioè che alla fine il centro - destra avrebbe indicato lui come candidato unitario, ma così non è stato.
A questo punto chi perde è solo il sindaco scarpone perché la coalizione si è liberata, dal suo punto di vista, di un pericoloso piantagrane e in più, come accennato, si libera di un concorrente nazionale come Parisi che con la sua formazione, Energie per l’Italia, poteva far perdere collegi ritenuti sicuri nel maggioritario.
La contropartita sarà la non presentazione di EPI e diversi seggi certi per Parisi e i collaboratori più stretti.
Invece Pirozzi ha perso tutto in un tentativo eccessivo di rilancio perché gli era stato offerto un seggio parlamentare e financo il ruolo di sottosegretario per la ricostruzione, ma lui aveva declinato facendo anche un ragionamento sul fatto che prima occorre vincere che a qualcuno ha fatto storcere il naso.
Insomma peccato che la figura di Pirozzi che era emersa nell’immaginario collettivo assai positivamente, sindaco di montagna, uomo rude di destra duro ma giusto, amministratore vicino alla sua gente, si sia improvvisamente trasformata, per alcuni, in un arrivista che ha preso il terremoto come trampolino di lancio politico.
Peccato perché poteva dare ritirandosi un buon contributo in termini elettorali e di immagine, mentre se non si ritirerà verrà additato come il responsabile di una eventuale sconfitta.
Da quanto si apprende da fonti vicine al sindaco, Pirozzi non ha però alcuna intenzione di rinunciare, anche dopo la decisione presa dal centro - destra, ma un ripensamento o un accordo forse è ancora possibile.
Ovviamente, con la nomina di Parisi, il valore politico di Pirozzi è dimezzato, ma da solo non otterrà nulla e poi nella fase post - ricostruzione è meglio essere anche “protetti” politicamente perché gli ostacoli e le insidie sono molte.
La vicenda, come dicevo, rilancia la figura di Stefano Parisi a livello nazionale, dopo alcune incomprensioni con lo stesso Silvio Berlusconi che aveva visto in lui inizialmente una sorta di delfino.
Ora il passato si azzera e i giochi ricominciano con Parisi rientrato alla casa madre e capace di giocare un ruolo proprio in quella area liberale che spesso è sguarnita.
In EPI c’è anche l’ex segretario radicale Giovanni Negri con la sua Marianna e questo rafforza le istanze liberali, liberiste e libertarie, mentre nel Lazio il movimento è coordinato da Donato Robilotta che è anche membro della segreteria politica.