Politica
Susanna Camusso ci fa il pistolotto contro il voto anticipato

Susanna Camusso, un anno fa si cuccava 3.850 € netti al mese. Altro che un operaio.
Susanna Camusso non si smentisce mai e questa volta lo fa da Prato.
Ed il giorno del primo maggio, festa del lavoro, sgancia il pistolotto - interferenza: “L’Italia non si merita il voto anticipato. Abbiate il coraggio di usare le finestre di dialogo aperte”, manco fosse Papa Francesco.
Il problema è che la Camusso non è una politica e non è neppure una figura istituzionale, ma solo la discussa “capa” di un sindacato da sempre schierato a sinistra che entra in un territorio non pertinente, per influenzare il dibattito in un giorno molto particolare per i lavoratori (o almeno per chi un lavoro ce l’ha, sempre di meno).
La Camusso già anti-renziana, ci dice che non dobbiamo rivotare perché questo non piacerebbe alla CGIL che non ha voce in capitolo su un tema che spetta ai leader politici e al Presidente della Repubblica.
Piuttosto che ingerire sulla politica italiana la Camusso potrebbe fare vedere i bilanci consolidati del suo sindacato invece di invocare trasparenza per gli altri. Bilanci che incredibilmente la legge italiana protegge dalla pubblicità.
Invece di dare consigli non richiesti, la Camusso si faccia promotrice di una legge per conoscere quanti soldi dispongono i sindacati e come vengono spesi; questo sì che sarebbe un bell’atto di civiltà: “L’Italia non si merita bilanci sindacali non pubblicati”, si potrebbe affermare parafrasandola.
A proposito, la Camusso si cuccava un anno fa 3.850 € al mese netti per parlare del lavoro degli altri:
altro che lo stipendio di un lavoratore.