Politica
Tabacci, “Giorgetti? Il suo è il centro geometrico della furbizia”
Intervistato da Affari: “Finito il tempo della faciloneria. Il successo di Conte è figlio dell’esigenza di una politica seria”
Da un lato, il numero due della Lega Giancarlo Giorgetti che ha sottolineato la necessità per il suo partito di avviare un movimento verso il centro. Dall’altro, Giovanni Toti e Mara Carfagna che hanno avviato un ragionamento, confrontandosi con diversi parlamentari, per capire che spazio c’è per una nuova forza moderata di centro, come Affaritaliani.it ha raccontato. Il centro, appunto, torna ad essere d’appeal. Complici anche i risultati di Regionali e amministrative. Oltre che il dibattito sulla legge elettorale, ammesso che si proceda sulla strada tracciata e, quindi, che il percorso del proporzionale con sbarramento al 5 per cento vada avanti. Il nostro giornale ne ha parlato con Bruno Tabacci, storico dirigente della Democrazia cristiana e deputato del gruppo Misto. Nella sua analisi, il presidente del Centro democratico sottolinea come il Covid abbia cambiato “il paradigma della faciloneria e della spavalda sottovalutazione, facendo crescere una preoccupazione consapevole”. Insomma, categorie come “sovranismo, antieuropeismo, no vax, autosufficienza della rete hanno mostrato tutta la loro inadeguatezza. Quello che emerge - spiega Tabacci - è invece la richiesta di una politica seria, consapevole, affidabile”. Di qui, dunque, “il successo di Conte e di ministri sulla prima linea della prudenza come Speranza. Un successo che è figlio proprio di questa esigenza”. Quanto a Giorgetti, che non ha escluso neppure un dialogo con il Ppe, l’ex presidente della Regione Lombardia taglia corto: “Di fronte all’estremismo sovranista e all’antieuropeismo, Giorgetti riscopre il centro? Ma è il centro geometrico della furbizia. Come si sa, è spesso una chimera perché i problemi sono molto più grandi dell’astuzia. E, infatti, non si è fatto i conti con l’irrazionalità delle proposte politiche di questi anni con cui hanno solo diviso il Paese, mettendoci in cattiva luce”. E’ evidente che l’esito elettorale abbia influito e avviato un ragionamento su un cambio di passo. Lo stesso presidente del Centro democratico osserva: “Gli elettori hanno detto la loro e rispetto al capitano invincibile questo esito non è proprio incoraggiante. Era il tempo della faciloneria. Se ha messo in crisi Trump, che era il modello della faciloneria applicata alla politica, figuriamoci se lasciava indenne Salvini”.
Su un punto, però, Tabacci non transige ed è tranchant: “Il centro non può essere un generico moderatismo, ma la capacità di mettere a fuoco le questioni centrali che il nostro Paese deve affrontare e proiettarle nel futuro. Bisogna guardare alla sfida che la nuova Europa ci lancia - avverte -. Con la cultura dell’interesse generale, però. E non con la rincorsa dei particolarismi”. E tra queste, l’ex presidente della Regione Lombardia ne pone una dirimente: “Come faremo con questa Pa a raddoppiare la capacità annuale di spesa, con progetti capaci di far crescere il Pil, l’occupazione, la competitività senza disperdere le risorse in mille rivoli? Ecco, questa è la sfida che richiede una risposta efficace da parte di una Italia protagonista della nuova Europa, in una fase storica in cui sviluppo sostenibile, riconversione verde e rivoluzione tecnologica saranno i nuovi obiettivi. Questa - conclude - è la partita che deve giocare il premier Conte”.