Referendum, tutti contro Renzi: dagli ex comunisti agli ex fascisti
Politici di estrazione culturale e storica diverse sono tutti per il no al referendum costituzionale del 4 novembre
Di Ernesto Vergani
E’ possibile che politici di estrazione culturale e storica così diverse siano tutti per il no al referendum costituzionale del 4 novembre. In ordine alfabetico: Silvio Berlusconi, Pier Luigi Bersani, Renato Brunetta, Massimo D’Alema, Beppe Grillo, Giorgia Meloni, Matteo Salvini. Che cosa hanno in comune un liberale, un ex comunista, un ex fascista?
Solo questa alleanza trasversale dovrebbe essere una ragione per votare sì, se la vera causa di questo fronte fosse l’avversione a Matteo Renzi. A meno che non si creda che il sì non dia troppi poteri al Governo. Ciò perché, a parere dei sostenitori di questa tesi, la legge elettorale Italicum, abbinata alla riforma costituzionale, determinerebbe un accentramento di poteri nell’Esecutivo. Ovvio la legge elettorale si può cambiare e sarebbe utile che il premier si impegnasse a farlo davanti agli italiani (come faceva Berlusconi da Bruno Vespa coi suoi patti con gli italiani).
Ci sono tanti indicatori di una democrazia, uno dei più luminosi è la libertà di stampa. Ed è evidente che in Italia essa c’è. In un mondo in cui il PCC - Partito Comunista Cinese decide e determina in un giorno i destini degli imprenditori e dei lavoratori del pianeta con le più radicali e aggressive scelte di libero mercato e gli operatori (speculatori) finanziari possono in un’ora condizionare i mercati e far cadere le Borse, tutto in Italia sembra legato al destino di Renzi, inclusi i lati peggiori che riguardano la vita pratica e determinano la rabbia degli italiani: futuro dei figli, lavoro, raccomandazioni, politici (quanti si meritano la posizione?) che guadagnano in un mese quello che tanti non raggiungono in un anno…