Politica

Ucraina, Vannacci affonda Zelensky: "Sino ad ora ha rifiutato il negoziato. Trump vuole la pace ma lo boicottano"

L'eurodeputato della Lega ad Affarritaliani.it

Di Alberto Maggi

"Dall'Ue 5.6 miliardi per i missili a Kiev e non per ospedali, sicurezza, scuole e anziani"


"Leggo con piacere che sempre più frequentemente si parla di negoziato, lo stesso negoziato che sino ad ora il presidente Zelensky ha rifiutato, non senza neanche troppe celate pressioni da parte di altri attori della scena internazionale". Lo afferma ad Affaritaliani.it l'eurodeputato della Lega Roberto Vannacci, all'indomani dell'incontro a Parigi a tra Zelensky, Trump e Macron.

"La scena geopolitica è cambiata, la guerra è uno stato terribile e schifoso che è sempre stato utilizzato per raggiungere determinati obiettivi. Se gli obiettivi che la guerra si propone non sono raggiungibili e, anzi, si rivelano sempre più lontani, è logico, razionale e raccomandabile cambiare strategia. Le conseguenze di questa guerra le pagano gli stessi ucraini la cui maggioranza, secondo un sondaggio Gallup, ha espresso recentemente la volontà di rinunciare a combattere e negoziare al più presto la pace".

"Le conseguenze le pagano anche e soprattutto gli europei - sottolinea il generale Vannacci - che, a causa di questo conflitto, pagano molto più cara l'energia indispensabile alla crescita del Vecchio Continente e che devolvono parte delle risorse che potrebbero essere dedicate a sanità, lavoro, sicurezza e ricerca al supporto militare all'Ucraina. Nell'ultima risoluzione approvata dal Parlamento europeo e sostenuta da tutti gli eurodeputati del Pd questo supporto dovrebbe raggiungere lo 0,25% del PIL di ogni stato membro il che, per l'Italia, significa 5.6 miliardi di euro che invece di essere spesi per i nostri ospedali, per migliorare la sicurezza nelle nostre città, per le nostre scuole, i nostri figli e i nostri anziani e per rilanciare la crescita economica e il lavoro dovrebbero andare in granate e missili da donare a Kiev".

"Il negoziato in un conflitto è sempre possibile: bisogna mettere sul piatto della bilancia cosa si otterrebbe e cosa si pagherebbe seguendo la via del cessate il fuoco e a cosa si andrebbe incontro, invece, proseguendo la via delle armi ed avendo ben presente che questa seconda ipotesi implica il sempre più incombente rischio di una reciproca distruzione termonucleare. A mio avviso, in questo momento, conviene sicuramente la via della pace che lo stesso neo eletto presidente degli Stati Uniti ha promesso di voler conseguire. La corsa a decisioni sempre più estreme nelle ultime settimane non vorrei che fosse connessa con il tentativo di mettere nelle più grandi difficoltà il presidente Trump che prenderà ufficio solo il 20 di gennaio prossimo venturo", conclude Vannacci.

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