Politica
Veltroni: "Io Sindaco di Roma? Mai più, ma non ho lasciato la politica..."
"Non rifarei il Primo Cittadino e non assumerei incarichi di Governo: ho lasciato i ruoli politici. Il Paese è in buone mani: quelle di Draghi"
In un incontro online organizzato da Klaus Davi, noto massmediologo e firma di affaritaliani.it, Walter Veltroni ha detto: "Quello di cui sono più orgoglioso nella mia vita è aver fatto il sindaco di Roma. È stato un lavoro durissimo e spaventoso, ma anche il più bel lavoro che abbia mai fatto per le cose che sono successe, per i rapporti umani creati. Se tornerei a fare il sindaco di Roma? No, ma le persone per strada me lo chiedono, ma questo è un lavoro che si fa una sola volta nella vita e per il quale serve anche una certa forma fisica, non sarei più in grado di rifarlo come vorrei”.
In collegamento con i ragazzi della Defhouse, la prima casa in Italia dove viene coltivato il talento di giovani artisti digitali e star dei social, Veltroni ha raccontato la propria esperienza: “Di aneddoti ce ne sono a milioni, perché io cominciavo alle sette di mattina e finivo a mezzanotte; si passava dall’andare a casa dalla signora che compiva 100 anni, a incontrare Gorbaciov, a occuparti di fare un campo di calcio in una scuola, ad illuminare una zona di borgata sprovvista di luce. Ogni cosa era veramente bellissima. Io ho fatto il sindaco per sette anni e avrà fatto trenta giorni di ferie in tutto. Natale, Capodanno, Pasqua, li ho sempre passati a Roma. Inoltre io ho incominciato il mio lavoro tre mesi prima dell’attentato delle torri gemelle, e quindi era un periodo molto rischioso. Per fortuna Roma è stata l’unica capitale Europea che non è stata colpita”.
WALTER VELTRONI: ‘NON HO LASCIATO LA POLITICA, MA I RUOLI DELLA POLITICA’
“Non ho lasciato la politica: ho lasciato i ruoli della politica. È una cosa diversa. Sono stato segretario di un partito dopo essere stato tutto quello che sono stato in precedenza e sono stati anni meravigliosi. Però, avendo raggiunto dal punto di vista politico l’obbiettivo che volevo raggiungere, ovvero la creazione di un partito che era quello che avevo sempre sognato, ho pensato al mio futuro. E nel mio futuro non ho visto il ruolo di parlamentare o membro del consiglio d’amministrazione di questa o quella azienda, ho pensato che dovessi ricominciare la mia vita seguendo gli interessi che avevo sempre avuto e coltivato anche quando facevo politica”.
Veltroni ha parlato del proprio percorso, raccontando anche il suo abbandono alle cariche politiche: “Con assoluta serenità sono contento dalle cose che ho potuto fare da politico, ma sono contento anche per le cose che faccio adesso che non sono la prosecuzione forzata di quello che facevo prima. Non è stato facile perché io ho vissuto dai 15 ai 58 anni facendo politica tutto il giorno e tutti i giorni, però è stato giusto farlo”.
WALTER VELTRONI: ‘DRAGHI LA PERSONA MIGLIORE PER QUESTO PAESE’
“Se tornerei ad assumere un incarico di Governo? È un’ipotesi che per fortuna non esiste e che non dobbiamo prendere nemmeno in considerazione, perché adesso c’è questo Governo che deve gestire una cosa importante, ci sono tutti questi fondi che arrivano per farci ripartire e c’è un grande bisogno di sole dopo questi due anni d’inverno. In questo momento c’è la persona migliore per questo paese. Guardando i 60 milioni d’Italiani chi è il meglio per governare l’Italia in questo momento? È Mario Draghi”, ha aggiunto Walter Veltroni.
“Per una volta possiamo dire che l’autobus sul quale siamo è guidato dalle mani più sicure che si possano avere. Io penso che Conte abbia gestito bene la fase dell’emergenza, ma in questa fase di ripresa che più legata all’economia, alla finanza e all’innovazione tecnologica, un uomo come Draghi è l’uomo giusto”.
WALTER VELTRONI: 'ALDO MORO FIGURA CHIAVE PER CAPIRE STORIA REPUBBLICA'
"Per la mia generazione e per tutto il paese la vicenda di Aldo Moro è stata una ferita spaventosa. Io avevo 23 anni, più o meno la vostra età, e dovete immaginare che la personalità politica più rilevante del paese una mattina viene catturata dopo l’uccisione di cinque agenti di polizia, viene sequestrata e per 55 giorni si è vissuto nell’incubo di fotografie, lettere, comunicati. Per poi ritrovarlo morto", ha raccontato Veltroni".
La storia del paese è cambiata da quel momento, ma quei 55 giorni restano pieni di misteri. Per me è come una ferita non rimarginata".
“Abbiamo vissuto un tempo molto duro in cui ci si ammazzava per strada. Moro e Berlinguer avevano cercato, attraverso la collaborazione tra comunisti e democristiani, di creare qualcosa che né gli americani né i sovietici volevano; anche loro ci hanno messo del loro affinché tutto ciò accadesse”.